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Tutti a scuola
23 Settembre 2025 - 07:30
NAPOLI. «Le scuole, in ogni parte del mondo, sono segno di speranza, non aree di esercizio di sopraffazione, di violenza: la scuola deve essere il luogo in cui ogni forma di violenza viene bandita. Gli insegnanti fanno molto, talvolta in condizioni difficili, per capire e sottrarre i ragazzi da gorghi pericolosi. Gli insegnanti e i dirigenti scolastici devono esserne consapevoli. Ma non vanno lasciati soli dalle istituzioni e dalla società».
A dirlo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso del suo intervento alla manifestazione “Tutti a scuola” per l’apertura dell’anno scolastico 2025/2026 al complesso scolastico Rossini-Boccioni-Labriola di Napoli. Ad accogliere il Capo dello Stato e il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi e il prefetto Michele di Bari.
In platea, tra gli altri, lo scrittore Maurizio de Giovanni; l’attore Massimiliano Gallo; il commissario tecnico della Nazionale femminile di volley, dell’Italvolley donne campione del mondo, Julio Velasco, e il presidente del Calcio Napoli Aurelio de Laurentiis.
«La scuola - dice - è il luogo dell’apertura, dell’inclusione, della scoperta, dell’apprendimento del metodo scientifico e di ricerca che permette di promuovere il progresso. È il luogo dove si valorizzano i talenti di ciascuno, nella diversità con cui si esprimono, il luogo in cui deve prevalere il rispetto della personalità di ognuno e in cui deve regnare la consapevolezza che la diversità, la pluralità anche delle opinioni, sono una ricchezza di libertà da difendere». Secondo il Capo dello Stato «talvolta la violenza si manifesta in modalità meno evidenti, almeno agli occhi degli adulti, ma non dei ragazzi. È la violenza gratuita della prepotenza e del bullismo, che denigra ed emargina. I social sono adoperati spesso come armi che colpiscono in profondità. Il bullismo e la sopraffazione vanno contrastati con tenacia».
E ancora: «La persona, ogni persona, non può realizzare se stessa se condannata alla solitudine di una dimensione soltanto virtuale. Anche a questo riguardo si riafferma un basilare valore della scuola. Costruire una comunità. I giovani hanno bisogno di amicizia, insieme guardandosi negli occhi nascono idee, sgorgano sentimenti, si sperimenta la vita. L'assenza di questi elementi, fa crescere disagio ed emarginazione».
Secondo Mattarella «occorre l’impegno affinché scuola sia davvero ovunque, ovunque, ovunque naturalmente nel mondo. Questo non è consentito dove la scuola non è frequentabile o viene interrotta per colpa di guerre o occupazioni militari: si realizza un’ulteriore, inaccettabile, gravissima responsabilità storica per chi muove guerre».
A giudizio del Presidente della Repubblica «l’innovazione tecnologica ci consegna opportunità straordinarie, impensabili fino a pochi anni or sono, ma anche incognite. Dobbiamo individuarle, riconoscerle, per evitarne i rischi. I giovani che frequentano le scuole sono nati nell’era del digitale sanno avvalersene con approccio nuovo. È una grande sfida anche per gli insegnanti. Tanti ragazzi, ne è stato un esempio Carlo Acutis, sanno bene che è necessario usare gli strumenti e non farsene usare, per non diventarne dipendenti. L’uso della tecnologia digitale non può avvenire nel segno dell’incoscienza di suoi possibili potenziali effetti che possono condurre all’appiattimento, alla omologazione. Occorre adoperarsi affinché ogni ragazzo, ogni ragazza, possa costruirsi una capacità critica, una struttura della conoscenza che gli consenta di scegliere, di avere autonomia, di sentirsi non copia di altri, bensì persona».
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