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IL CASO

«Basta chiudere piazza del Plebiscito»

La proposta è quella di “spalmare” gli eventi a pagamento nei luoghi aperti di tutta la città. «Disagi e vantaggi divisi per tutti»

«Basta chiudere piazza del Plebiscito»

La raccolta firme

NAPOLI. È stato lo storico caffè Rosati ad ospitare la conferenza sulla disamina della petizione contro la chiusura di piazza Plebiscito per eventi. Nello specifico, la richiesta è stata rivolta al sindaco Gaetano Manfredi, invitandolo a non chiudere più la piazza per eventi a pagamento, nei quali, inoltre, la necessità di gestire gli accessi con i biglietti comporterebbe un’estensione dei divieti di circolazione assolutamente inaccettabile.

Infatti, questo è il secondo anno che viene chiusa la piazza per una interminabile serie di serate musicali a pagamento. Dunque, intitolata “Cambiamo musica”, l’iniziativa è stata avviata dai comitati civici, tra cui Felix, Plebiscito e dintorni, e il comitato per la salvaguardia e la vivibilità di Monte Echia, insieme alla Consulta delle Associazioni della prima municipalità. La raccolta firme, che ha superato le mille adesioni in meno di una settimana, è stata svolta in via Chiaia.

«Chiediamo ai cittadini di firmare» spiega Antonella Esposito del comitato Felix «per liberare piazza del Plebiscito dai rumori, dal traffico e dall’impossibilità di far arrivare i mezzi di soccorso in caso di necessità».

Secondo i comitati, infatti, la chiusura della piazza comporterebbe numerosi problemi per i residenti, tra cui una grande impossibilità di circolare liberamente non solo con le automobili ma anche a piedi, per non parlare del danno economico agli esercenti ed alle attività produttive della zona, inoltre anche gravi rischi connessi alle difficoltà di rapido accesso dei mezzi di soccorso ed infine anche un danno acustico per l’insopportabile livello del volume degli altoparlanti.

«Un quartiere bloccato nella sua vivibilità, è un disagio» dice la fondatrice dell’associazione plebiscito e dintorni Diana Pezza Borrelli, «pensate all’ attività degli studi professionali che stanno perdendo clienti- e aggiunge - la nostra proposta è quella di spalmare questa programmazione nella città in tutti i luoghi e spazi aperti che possono avere la stessa capienza e attrattiva di piazza del plebiscito. Dividiamo i disagi e vantaggi» conclude.

Per l’occasione, è stata sollecitata anche la Soprintendenza ai Beni culturali e l’Asl Napoli1 a verificare la compatibilità di tali iniziative con la normativa vigente in termini di decoro dei siti e monumenti vincolati nonché del rispetto dei limiti di inquinamento acustico.

Si è inoltre domandato al Prefetto ed al Questore se le condizioni che si determinano in occasione delle chiusure garantirebbero la sicurezza non solo dei partecipanti alla manifestazione ma anche dei residenti nelle zone limitrofe. Dunque, ancora non ipotizzabile una stima precisa sulle firme. Pertanto, si rimetterà la decisione in seguito ad accesso agli atti e successivo ricorso al Tar.

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