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Clan Puccinelli sotto assedio, stanato il narcos Nello Cotena

Il 41enne “’o chiò” era in fuga da maggio e si nascondeva in casa della madre: dovrà scontare oltre sette anni di reclusione

Clan Puccinelli sotto assedio, stanato il narcos Nello Cotena

NAPOLI. Fuga finita per il narcos del clan Puccinelli-Petrone. Era finito in manette il 19 novembre 2022, con l’accusa di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, Aniello Cotena, alias “’o chiò”, 41enne del rione Traiano, ritenuto affiliato al cosca attiva a Soccavo, è stato catturato dai carabinieri e rinchiuso nel carcere di Poggioreale. Il 41enne si trovava ai domiciliari, in un’abitazione della provincia di Modena, fino allo scorso maggio: poi è evaso facendo perdere le proprie tracce. Secondo una prima ricostruzione, a indurlo alla fuga sarebbe stato un cumulo pene che lo avrebbe costretto a trascorrere oltre sette anni e mezzo in cella.

Le indagini, mai interrotte, hanno consentito ai carabinieri del Nucleo Operativo di Bagnoli di rintracciare il 41enne nell’appartamento della madre, in via Catone. Indagini in corso per cercare di capire chi ha coperto il fuggitivo in questi mesi trascorsi in latitanza. L’inchiesta che nel novembre 2022 aveva portato al suo arresto aveva rivelato l’esistenza di una prolifica piazza di spaccio di droga. Alla vigilia del primo lockdown avevano messo in piedi una “base” attiva h24, il tutto a due passi da una scuola materna. Impossessatisi di alcuni scantinati, avevano fatto diventare l’edificio situato al civico 112 di via Catone una centrale della droga e ognuno di loro svolgeva un ruolo ben preciso: dal capo promotore al pusher, dal custode del denaro e della “roba” alla “vedetta”, ognuno di loro aveva un incarico prestabilito.

Gli affari sono andati avanti a ritmo incessante fino a luglio 2021, ma la gang di spacciatori capeggiata da Aniello Cotena “’o chiò” non aveva fatto i conti con gli investigatori dell’Arma, che già da mesi gli stavano col fiato sul collo, monitorandone ogni singola cessione. A finire nel mirino era stato ancora una volta il Parco Ises di via Catone, una delle principali basi di spaccio del quartiere. L’inchiesta del nucleo Operativo della compagnia Bagnoli ha consentito alla Procura di iscrivere quindici persone nel registro degli indagati e a ottenere in seguito l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare: per sei dei componenti dell’organizzazione era stato disposto l’arresto in carcere, altri quattro sono invece riusciti a cavarsela con i domiciliari.

Cotena, in qualità di promotore, dava le direttive in ordine ai tempi e alle modalità di approvvigionamento e commercializzazione della droga. “’O chiò” avrebbe inoltre diretto e organizzato l’attività all’interno della “piazza” ripartendo i turni tra i suoi sottoposti e stabilendo il prezzo della sostanza (cocaina, marijuana e hashish). Gaetano Minichini, numero due della gang, custodiva la droga, riforniva i pusher e provvedeva al ritiro del denaro. Giovanni Crescentini e Rosa Crescentini occultavano lo stupefacente e lo distribuivano. Al servizio dell’organizzazione c’era poi un piccolo esercito di spacciatori. In primo grado le condanne furono severe e Cotena incassò ben undici anni di carcere. Poi la fuga e adesso il nuovo arresto.

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