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Rafforzata la scorta a don Patriciello

Dopo la consegna del proiettile don Maurizio rivela: «Adesso sono preoccupato»

Rafforzata la scorta a don Patriciello

CAIVANO. Misure di sicurezza intensificate per don Maurizio Patriciello e per la parrocchia di San Paolo Apostolo di Caivano, dopo il grave episodio intimidatorio avvenuto domenica durante la messa. È questa la decisione assunta dal Comitato per l’Ordine pubblico e la sicurezza che si è riunito in Prefettura a Napoli, alla presenza del prefetto Michele di Bari, delle forze dell’ordine, delle istituzioni locali e dello stesso sacerdote.Il provvedimento segue all’arresto del settantacinquenne Vittorio De Luca, imparentato con la criminalità organizzata locale, che aveva consegnato al parroco un foglio di giornale contenente un proiettile calibro 9x21.

Un gesto che ha riportato l’attenzione sulla figura di Patriciello, da anni simbolo della resistenza civile a Caivano, già sotto scorta per le minacce ricevute dal clan camorristico Ciccarelli-Sautto.«Un episodio gravissimo – ha dichiarato il prefetto di Bari – per il quale dobbiamo andare oltre la solidarietà. La solidarietà è importante, ma servono segnali concreti e lo Stato li sta già dando in maniera copiosa. Abbiamo intensificato le misure di sicurezza sia sul territorio, in particolare al Parco Verde, sia nei confronti di don Patriciello. Lo dobbiamo a una persona che sta dando molto e lo Stato non si sta tirando indietro. Don Maurizio non è solo un simbolo, ma è colui che ha creato le condizioni perché il modello Caivano diventasse un modello da esportare in Italia».

Attualmente don Patriciello ha una scorta di livello 3 rafforzata, che prevede l’utilizzo di 3 uomini e di un’auto blindata. La misura potrebbe essere elevata al livello 2, che prevede l’utilizzo di un’ulteriore auto. Il sacerdote, il giorno dopo l’intimidazione, ha ammesso con franchezza la sua inquietudine: «Ora sì, sono preoccupato». Patriciello ha ricordato che De Luca era già apparso in chiesa il giorno precedente, pronunciando frasi dal tono minaccioso: «Tanto a me nessuno mi fa niente perché mi hanno riconosciuto incapace di intendere». All’epoca il parroco non aveva dato peso a quelle parole, ma dopo il gesto di domenica ha compreso la gravità della situazione.

Sui social, Patriciello ha affidato il suo sfogo alla preghiera. Ha pubblicato una foto della tomba di San Giuseppe Moscati nella chiesa del Gesù Nuovo a Napoli, accompagnata da poche righe: «Solo nella preghiera possiamo riposare la stanchezza e riprendere le forze per continuare ad annunciare il Vangelo che libera. A San Giuseppe Moscati, come sempre, sono venuto a chiedere aiuto».Le reazioni istituzionali sono state immediate. Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha parlato di «grave intimidazione», esprimendo soddisfazione per l’arresto dell’autore e ribadendo la necessità di garantire tutela e sostegno a chi combatte la camorra.

Il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, ha sottolineato che «don Patriciello ha avuto il merito di accendere una luce su Caivano», ricordando le iniziative concrete avviate grazie al suo impegno e al supporto dello Stato.Il clima attorno al parroco anticamorra resta dunque teso. Le misure rafforzate disposte dal Comitato per la sicurezza rappresentano un segnale tangibile della volontà delle istituzioni di non lasciare solo chi, da anni, si espone in prima linea per difendere i più deboli e affermare i valori della legalità.

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