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L'inchiesta
01 Ottobre 2025 - 08:51
Nelle foto il ras Maurizio Cancello e il suo alter ego Ferdinando Cifariello, entrambi arrestati lunedì mattina nel blitz messo a segno dalla polizia
NAPOLI. Per l’inchiesta della Dda sullo sfratto di camorra, mancano all’appello con la giustizia tre dei dieci indagati, destinatari di misura cautelare in carcere eseguita l’altro ieri. Al momento sono ancora considerati irreperibili, e non latitanti dato il poco tempo trascorso, Elia Cancello (fratello di Maurizio, arrestato l’altro ieri), Gennaro Cifariello e Moreno Del Medico.
Per gli inquirenti, ferma restando per tutti la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, avrebbero avuto un ruolo nella vicenda che ha come sfondo il clan di Scampia: le pressioni camorristiche al legittimo assegnatario per impadronirsi di un alloggio popolare nel rione Sette palazzi.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’operaio fu sequestrato insieme al figlio in una sala da biliardo da Ferdinando Cifariello e da alcuni complici. Entrambi furono pesantemente minacciati. «Chiedi aiuto a chi vuoi, noi più forti dei Contini e dei Licciardi»- «Ve ne dovete andare di casa, vi do mezz’ora di tempo... portami le chiavi e ti ridò tuo padre».
Era il 13 settembre 2024 e il giovane fu poi rilasciato affinché si recasse dalla mamma e dalla sorella, che in quel momento erano a casa, a riferire un ordine perentorio: avrebbero dovuto prendere quello che potevano dall’appartamento e lasciarlo in tutta fretta per fare posto a Maurizio Cancello e alla compagna, Simona Gallucci.
C’era anche un’ultima richiesta alla famiglia vittima dell’estorsione: qualora anche solo un vigile urbano si fosse recato ai Sette palazzi, sarebbero stati cacciati anche i genitori del sequestrato, pure loro residenti lì. L’operaio e i congiunti, piombati improvvisamente in un incubo, non ebbero scelta.
In attesa del ritorno del figlio, il padre restò prigioniero per mezz’ora. I presenti nel locale formarono un cordone davanti all’uscita e fu liberato soltanto quando il giovane arrivò con le chiavi, consegnate nelle mani di Ferdinando Cifariello. Il giorno dopo il sequestro lampo già avvenne il cambio di residenza con tanto di targhetta riportante il nome dei nuovi inquilini al posto dell’assegnatario.
Come gesto di arroganza e di prevaricazione, gli abusivi si sarebbero pure impossessata dei capi di abbigliamento trovati negli armadi, sfoggiandoli per strada. Inutilmente moglie e figlio del capofamiglia chiesero spiegazioni. Due del clan li picchiarono, minacciandoli di morte.
Ma il ras Maurizio Cancello, con l’alter ego Ferdinando Cifariello e i cinque sodali hanno avuto un'amara sorpresa quando ormai pensavano di averla fatta franca: sono stati denunciati dalle vittime e così sono scattati i provvedimenti restrittivi nei confronti dei due capiclan e di Antonio Emmausso, Simona Gallucci, Cristian Iandolo, Ferdinando Libero e Francesco Barbato (unico già detenuto).
Le indagini sono state condotte dai poliziotti della Squadra mobile (dirigente Giovanni Leuci, vice questore Giuseppe Sasso) con la squadra investigativa del commissariato Scampia (dirigente Angela Castaldo, commissario Lorenzo Stabile).
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