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L'orrore di Paupisi
01 Ottobre 2025 - 13:22
Salvatore Ocone e la moglie Elisa Polcino
«Mia moglie era aggressiva e autoritaria». È quanto ha detto Salvatore Ocone a inquirenti e investigatori quando gli è stato chiesto perché ieri mattina avesse ucciso la moglie Elisa Polcino e aggredito anche i suoi due figli - uno dei quali è morto - nell'abitazione di Paupisi, nel Beneventano.
Lo hanno spiegato il procuratore di Benevento Gianfranco Scarfò e gli investigatori in una conferenza stampa. Quanto ai problemi di salute dell'uomo, gli inquirenti hanno confermato che Ocone era stato curato per una psicosi cronica e nel 2011 era stato sottoposto ad un Tso. «Dopo questo episodio non ce ne sono stati altri» hanno detto.
A eccezione di queste difficoltà personali, «non c'è un vissuto di violenza» da parte della famiglia. «Non esiste alcun elemento di segnalazione, nessuna prova per ritenere che l'uomo, in passato, sia stato violento nei confronti dei familiari».
LA RICOSTRUZIONE
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l'omicidio di Elisa Polcino è avvenuto tra le 5 e le 6 di martedì mattina: Salvatore Ocone ha colpito la moglie con una grossa pietra e poi si è accanito sui figli, colpendoli con lo stesso oggetto e poi trascinando i corpi nell'auto con la quale è scappato.
L'auto dell'uomo è stata poi individuata dall'elicottero dei carabinieri nella campagna di Ferrazzano, nascosta in un uliveto. Quando i carabinieri si sono avvicinati, Ocone non ha opposto resistenza e i militari hanno trovato il 15enne che era già morto e la figlia 16enne in fin di vita.
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