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Malanapoli
02 Ottobre 2025 - 09:49
Nei riquadri la vittima Giovanbattista Cutolo e l’imputato Antonio Baldi, padre del babykiller
NAPOLI. Pochi minuti prima suo figlio aveva incassato venti anni di carcere per aver ucciso un innocente. Lui per tutta risposta dopo il verdetto, all’esterno della cittadella giudiziaria dei Colli Aminei, ha prima avuto un alterco con i familiari e gli amici della vittima, il giovane musicista Giovanbattista Cutolo, dopo di che avrebbe minacciato il padre e due parenti mimando con le dita l’esplosione di colpi di arma da fuoco.
Il tutto accompagnato da alcune frasi a prova di equivoco: «Vieni vieni, ti rompo il c... vieni sopra ai Quartieri, vi vengo a prendere uno ad uno». Era il 19 marzo 2024 e adesso, a un anno e mezzo di distanza, Antonio Baldi, 39enne di Montecalvario, andrà anch’egli in un’aula di giustizia.
Il decreto di citazione è stato notificato nei giorni scorsi al neo imputato, difeso dall’avvocato Davide Piccirillo, che ieri è stato chiamato a presentarsi davanti al giudice monocratico del tribunale di Napoli, Piero Rocco. L’udienza predibattimentale ha visto, tra gli altri, la costituzione di parte civile del padre della vittima innocente, Franco Cutolo, assistito invece dal penalista Antonio Borrelli.
Baldi senior dovrà adesso difendersi dall’accusa di aver minacciato i tre familiari dello sfortunato musicista. La vicenda che aveva portato alla sbarra il figlio minorenne è tristemente nota - Cutolo fu ucciso in piazza Municipio il 31 agosto 2023 da alcuni colpi di pistola esplosi per lite scaturita per futili motivi - e si era conclusa, a marzo 2024, con la condanna del babykiller a 20 anni di reclusione: pena poi diventata definitiva in quanto non impugnata in appello.
Una mossa che, alla luce di quanto stabilito dalla legge Cartabia, gli consentirà in futuro di ottenere una riduzione di un sesto della pena. Dopo la sentenza arrivata in abbreviato, all’esterno del Tribunale si erano vissuti momenti di tensione. Amici e parenti di “Giogiò” avevano accolto con favore il verdetto, ma poco dopo, trattenuto da un cordone di polizia, un gruppetto di parenti del giovane condannato aveva inveito contro di loro, con gesti di minaccia.
L’attesa della sentenza era cominciata al mattino. All’esterno del tribunale per i Minorenni c’erano la mamma di “Giogiò” con l’ex marito, padre del giovane, e un folto gruppo di amici, molti dei quali colleghi musicisti del ragazzo ucciso, che suonavano i loro strumenti. «Vogliamo giustizia, se non ci sarà faremo la rivoluzione civile», gridavano.
«Ci vogliono interventi seri sui minori, ma prima di politiche sociali ci vogliono misure subito. Il primo problema sono le armi, troppe in mano ai minori», esclamava la madre del giovane.
Quanto alle minacce rivolte da Antonio Baldi, a finire nel mirino sarebbero stati soprattutto Franco Cutolo e due suoi stretti congiunti, i quali si sarebbero visti rivolgere le seguenti frasi: «Vieni vieni, ti rompo il c... vieni sopra ai Quartieri, vi vengo a prendere uno ad uno». Non pago, Baldi avrebbe anche mimato con una mano l’esplosione di colpi con un’arma da fuoco. Una mossa che gli è costata il rinvio a giudizio.
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