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Solidarietà a Gaza, licei occupati

Protesta al Genovesi, al Vico e al Vittorio Emanuele II: «Bloccheremo tutto, il governo ascolti»

Solidarietà a Gaza, licei occupati

NAPOLI. Dopo il corteo dei 50.000 per Gaza e Flotilla di venerdì scorso, in occasione dello sciopero generale, in città continua la mobilitazione e parte l'occupazione in tre storici licei napoletani. Al grido di «blocchiamo tutto», gli studenti hanno occupato al Genovesi, al Vico e al Vittorio Emanuele II. «Gli studenti hanno agito di primo mattino spiega un comunicato del collettivo del Genovesi , anticipando la campanella d’ingresso per entrare nell’istituto e dichiarare l’interruzione della didattica con uno striscione “Genovesi Occupato”».

Le motivazioni della protesta: «Noi studenti e studentesse abbiamo deciso di non restare in silenzio e di raccogliere la chiamata partita dai portuali di Genova con lo sciopero del 22 settembre a bloccare tutto finché il governo Meloni non sarà costretto ad ascoltare le nostre voci». Dichiarandosi «incondizionatamente al fianco del popolo palestinese» si rammenta come sia «già partita la mobilitazione nelle scuole superiori di tutto il Paese e non siamo intenzionati a fermarci». Gli studenti in occupazione hanno inoltre dichiarato che le lezioni saranno sostituite da assemblee studentesche e iniziative autogestite per tutta la settimana.

Al Vico, studenti e studentesse «hanno scelto con consapevolezza e lucidità di occupare la nostra scuola, inserendoci all’interno di un movimento di lotta e mobilitazione che sta interessando non soltanto l’ambiente scolastico ma bensì ogni ambito di una società che recita un comunicato si ribella con il fine ultimo di spezzare il silenzio che per troppo tempo ha legittimato la complicità del nostro governo rispetto al massacro palestinese». Al Vico assicurano che «questa occupazione non vuole essere una manifestazione di dissenso rivolta all’istituzione scolastica ma rappresenta, piuttosto, un atto di disobbedienza civile volto a manifestare pubblicamente e con forza la nostra assoluta indignazione nei confronti della posizione assunta dal nostro Stato riguardo il genocidio in corso».

L’intento degli occupanti, inoltre, «non è in alcun modo quello di trasformare la scuola semplicemente in un luogo di svago, al contrario, l’obiettivo è quello di costruire all’interno della scuola stessa uno spazio di riflessione critica e di discussione nonché un polo d’informazione». La nota si conclude così: «Vi avevamo avvertito: se la flottilla fosse stata bloccata, avremmo bloccato tutto. E allora lo stiamo facendo. Sono ormai due anni che assistiamo all’escalation di violenza israeliana e la Flottilla ne è solo l’ultima vittima. Gli attivisti sono stati bloccati perché portavano verità scomode: Gaza non è un “teatro di guerra”, è un laboratorio di annientamento».

Al Vittorio Emanuele è stata occupata la sede di via San Sebastiano, per affermare «vicinanza al popolo palestinese» e denunciare «il blocco navale avvenuto in violazione del diritto internazionale da parte della marina israeliana nei confronti della Global Sumud Flotilla».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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