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Malanapoli
07 Ottobre 2025 - 09:46
NAPOLI. È di nuovo tornata la fibrillazione a Ponticelli. Gli spari contro Ferdinando Viscovo, un agguato mascherato da rapina secondo gli investigatori più esperti, rappresenterebbero un segnale d’allarme collegato a voci che si rincorrono nel quartiere: la scarcerazione di persone contrarie al clan De Micco avrebbe agitato le acque, calme da mesi. Sul fronte avverso ai “Bodo”, tornati a comandare la scena malavitosa una volta superato il periodo di crisi, si starebbero riorganizzando e perciò fonti confidenziali racconterebbero di stese, scorribande armate e minacce nelle strade della zona. Ferdinando Viscovo, va sottolineato, con ha precedenti di polizia gravi a carico ed è estraneo a contesti camorristici. Ha raccontato di aver subito venerdì sera una rapina e fino a prova contraria deve essere ritenuto credibile.
Gli investigatori stanno comunque vagliando a fondo il suo racconto a causa della parentela del 39enne con un cugino omonimo vicino ai De Micco. Ecco l’ipotesi, soltanto tale per il momento, di un agguato mascherato da rapina. I poliziotti della squadra investigativa del commissariato Ponticelli stanno indagando intensamente, cercando testimoni e immagini di videosorveglianza. Nessuna telecamera era posizionata sul luogo della sparatoria, ma altre lungo il percorso di fuga potrebbero aiutare a identificare l’autore. Da tempo non si sparava a Ponticelli.
Da quando il clan De Micco avrebbe riconquistato il controllo sull’intero quartiere, o quasi, dopo una serie di episodi provocati o accaduti indipendentemente dalla volontà del gruppo di malavita. Così, con i De Luca Bossa all’angolo grazie ai colpi inferti dalla Dda con gli investigatori di carabinieri e polizia e l’arresto del ras pentito Vincenzo Sarno che voleva tornare alla grande a Ponticelli, i “Bodo” secondo l’ultima informativa sulle scrivanie dell’antimafia controllerebbero nuovamente la maggior parte delle attività illecite. Inoltre la stretta alleanza con i Mazzarella fungerebbe da deterrente rispetto a eventuali tentativi esterni di infiltrare il territorio. Da circa otto mesi, precisamente dal 9 gennaio scorso, a Ponticelli non si sparava. Nemmeno una stesa si sarebbe verificata, o quantomeno nessuno ne ha saputo nulla, a dimostrazione di un equilibrio raggiunto negli ambienti di camorra.
L’ultimo fatto di sangue o di intimidazione è stato l’omicidio di Enrico Capozzi, che per gli investigatori fu una prova di forza del clan De Micco nonché un segnale lanciato a tutti gli appartenenti al mondo malavitoso. Indagini sono in corso comunque, e altre ipotesi non vengono ancora esclude del tutto. Capozzi, pur se imparentato con i Sarno, non aveva mai partecipato alla vita della cosca e lavorava onestamente gestendo una pompa di benzina. Poi l’episodio che forse ha segnato la sua breve vita: un anno e mezzo fa un giovane ras emergente dei De Micco, a nome del clan, gli avrebbe chiesto il pizzo e lui rifiutò. Il distributore fu distrutto e l’allora 34enne chiuse l’attività.
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