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La sentenza
08 Ottobre 2025 - 16:40
Anna Fedele e l'avvocato Luciano Palermo
Il Tribunale civile di Napoli ha disposto, ai fini conciliativi, un risarcimento di 137.234 euro a favore di Anna Fedele, 66 anni, oggi invalida al 30% con perdita totale della funzionalità del braccio sinistro, in seguito a gravi complicanze post-operatorie dopo un intervento al C.T.O. dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.
La donna era stata ricoverata l’11 settembre 2022 per una frattura al polso. Operata il 15 settembre, sviluppò un’infezione ospedaliera con batteri patogeni (Staphylococcus Aureus, Morganella Morganii, Proteus Mirabilis), che si estese fino all’osso, causando una pseudoartrosi infetta.
Nonostante un secondo intervento, l’infezione fu gestita in ritardo. Seguirono un’embolia polmonare e uno scompenso cardiaco. «Appena dimessa, la ferita era infetta. Tornai subito al C.T.O., ma mi lasciarono per giorni senza terapia. Non intervennero. Ho rischiato la vita e perso l’uso del braccio», racconta Fedele. «Ero una donna autonoma. Dopo l’embolia e la diagnosi, sono finita in Psichiatria per depressione. Per tre anni non sono più stata me stessa. Ora denuncio perché nessun altro debba subire lo stesso calvario».
La donna è stata assistita dall’avvocato Luciano Palermo, dello studio legale Olmo Studio, specializzato in malasanità. Grazie a un procedimento di accertamento tecnico preventivo, il Tribunale ha accertato la responsabilità dell’ospedale, evidenziando gravi omissioni cliniche: assenza di profilassi antibiotica, ritardi diagnostici e terapie non adeguate.
«Serve una legge che imponga la sanificazione interna degli ospedali» afferma Palermo. «Affidarla a ditte esterne espone i pazienti a rischi gravi. Ma questo caso dimostra che denunciare è fondamentale: si può ottenere giustizia».
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