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08 Ottobre 2025 - 20:03
«Super sconto per i concerti al Plebiscito. Dopo una richiesta di accesso agli atti, il Comune ha finalmente messo a disposizione i provvedimenti che hanno permesso i concerti a Piazza Plebiscito nel mese di settembre. Il dato che emerge è un forte sconto alla società che ha per così dire “noleggiato” lo spazio, e la rinuncia ai rimborsi per gli straordinari dei dipendenti di Asia e della Polizia municipale. E questo, è scritto negli atti “con l’obiettivo di favorire lo sviluppo di un turismo musicale nonché di diffondere l’eccellenza della cultura e dell’arte della città e del territorio”».
Lo rendono noto il comitato “Felix”, rappresentato da Antonella Esposito, Alessandra Caldoro e Ianuaria Porimallo e il “Comitato per la valorizzazione e salvaguardia di Monte Echia”, rappresentato da Linda Irace, tra i promotori di una raccolta di firme contro l’occupazione continuativa di piazza del Plebiscito e che ora chiedono ai media di dare larga diffusione dei dati raccolti.
«Il Comune - sottolineano - per concedere l’uso della piazza per il periodo tra il 28 agosto e il primo novembre ha incassato 237.164,00 euro. A pagare sono stati le società che rappresentano i singoli artisti moltiplicando lo spazio occupato per la tariffa base di 13,6 per metro quadro. Il totale è stato poi diviso per tre. Ogni società ha dunque pagato solo un terzo ricevendo uno sconto più che sostanzioso. A spendere di più è stato ovviamente Gigi D’Alessio che per dieci concerti ha versato appena 70.999,77 euro. Poco più di settemila euro a serata. Secondo in classifica Nino D’Angelo che per due sere ha speso 44.071,77. Una differenza dovuta alla suddivisione dei cosiddetti “oneri comuni”. Nello spazio occupato sono stati sistemati circa dodicimila posti con un costo per ogni biglietto tra gli 80 e i 40 euro. Gli incassi sono stati dunque multimilionari».
«La soprintendenza, dal canto suo – proseguono i rappresentanti dei comitati -, ha concesso numerose deroghe al decreto di tutela della piazza del 2013 che non potrebbe in nessun modo essere violato. Uno caso per tutti: lo spazio non può essere occupato per più di sette giorni consecutivi e tra un evento e l’altro devono intercorrere dieci giorni. Per la rassegna in oggetto le installazioni sono rimaste al loro posto per più di un mese».
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