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l'opinione
09 Ottobre 2025 - 10:07
L’approvazione da parte del Consiglio comunale di Milano di una delibera che stabilisce la vendita dello stadio Meazza e delle aree circostanti a Inter e Milan, sulla base di un progetto che prevede l’abbattimento del vecchio impianto e la realizzazione di una modernissima struttura, rappresenta una svolta storica per il capoluogo lombardo. Finora, tra dialettica politica e inchieste della magistratura, se ne era discusso per anni senza approdare a nulla. L’evento di pochi giorni fa, pur se non ancora risolutivo, pone le premesse perché Milano possa presentarsi agli europei di calcio con le carte in regola. Il nuovo stadio genererà un valore aggiunto non trascurabile; mancare all’appuntamento, come ha detto il presidente del Milan Scaroni, sarebbe una sconfitta per tutti, non solo per questa o quella fazione.
A Napoli le cose non andranno allo stesso modo. Le ipotesi di intervento in vista degli europei ‘italiani’ sono addirittura due. Da una parte c’è da riattrezzare il Maradona, che resterebbe pubblico, a meno di colpi di scena non esclusi a priori dal sindaco Manfredi. Su un altro fronte, c’è l’idea progetto di Aurelio de Laurentiis e del suo staff di tecnici e architetti, per la costruzione di un impianto ex novo nella zona dell’attuale mercatino di Caramanico, a Poggioreale. E che la Società Calcio Napoli faccia sul serio pare avallarlo la disponibilità concreta mostrata nel rivedere il progetto, a fronte dei rilievi addotti dall’amministrazione comunale.
Napoli, pur se col fiatone, è ancora in piena corsa per candidarsi a sede di alcune delle partite della manifestazione sportiva. Sarebbe un peccato perdere un’opportunità del genere, ma, ancor di più, sarebbe uno smacco mancare la possibilità di assicurare alla città una struttura all’altezza dei requisiti richiesti modernamente per assistere a un importante evento sportivo (e non).
La realizzazione di due stadi non sarebbe, invece, uno spreco, considerate le carenze attuali. Il Maradona potrebbe continuare ad avere una vocazione plurifunzionale, ospitando eventi di alto livello e profittevoli per le casse comunali, mentre l’impianto a est consentirebbe al Napoli di ottimizzare il business della gestione delle partite e di una serie di servizi connessi, rendendo molto più confortevole la fruizione dello spettacolo calcistico da parte degli spettatori.
La vicenda evidenzia comunque l’importanza per una nazione di organizzare grandi eventi. Le scadenze inderogabili contribuiscono a sbloccare situazioni ‘ingessate’ a volte da decenni. Speriamo sia così sia per Napoli che per Milano.
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