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11 Ottobre 2025 - 09:10
NAPOLI. Tre processi di merito non sono bastati ad accertare il suo coinvolgimento, al di là di ogni ragionevole dubbio, negli omicidi di Antonio Ruggiero e Andrea Castiello, assassinati nel 2014 nell’ambito di un’epurazione interna, e per Francesco Paolo Russo, alias “Cicciariello”, presunto esponente di spicco del clan Amato-Pagano, al termine del secondo processo di appello arriva un’inattesa assoluzione. Un verdetto, quello della prima sezione della Corte di assise di appello (presidente Saraceno), maturato dopo due ergastoli e un annullamento da parte della Cassazione.
A spuntarla sono state dunque le argomentazioni portate in aula dal difensore di Russo, il penalista Claudio Davino, che già in occasione del ricorso per Cassazione aveva evidenziato le discrepanze che sarebbero emerse dai racconti del collaboratori di giustizia (ta cui gli ex ras Antonio Accurso, Rosario Guarino, Paolo Caiazza e Michele Caiazza) che avevano puntato il dito contro “Cicciariello”. Nel dicembre 2020 la Corte d’assise aveva condannato alla pena dell’ergastolo Francesco Paolo Russo e Dario Amirante (quest’ultimo accusato però solo del delitto Castiello).
Clamorosa assoluzione, invece, per il ras Renato Napoleone. La Procura aveva chiesto la condanna all’ergastolo per tutti gli imputati. Le indagini sulla sanguinosa vicenda erano arrivate a una svolta nell’ottobre del 2018, quando un’ordinanza di custodia cautelare in carcere raggiunse i killer del clan degli Scissionisti. In manette, dopo l’annullamento ottenuto a sorpresa nell’agosto 2017 dal tribunale del Riesame, finirono così di nuovo Dario Amirante “’o gemello”, Renato Napoleone e Francesco Paolo Russo “Cicciariello”. In pratica gli uomini di punta della penultima generazione del gruppo di fuoco del cartello degli Amato-Pagano.
I tre, stando alla ricostruzione della Dda, sarebbero stati a vario titolo coinvolti negli omicidi di Antonio Ruggiero, il cui cadavere non è mai stato ritrovato, e di Andrea Castiello. L’attività di indagine aveva consentito di ricostruire mandanti ed esecutori dell’omicidio per lupara bianca di Ruggiero, il cui cadavere è stato distrutto e mai ritrovato, nonché dell’omicidio di Castiello, rimasto ucciso nell’azione di fuoco diretta all’eliminazione sua e di Castrese Ruggiero, nipote di Antonio Ruggiero, che invece era riuscito a sfuggire all’agguato.
Si tratta di due episodi che si inquadrano nella lotta interna al clan Amato-Pagano, scatenatasi all’indomani della cattura del giovane boss Mariano Riccio, sino a quel momento capo del clan, per eliminare fisicamente i suoi fedelissimi: un’epurazione voluta e messa in atto da membri della componente che faceva riferimento agli Amato. Già il verdetto di primo grado, nonostante gli ergastoli inflitti a Russo e Amirante, non aveva pienamente accolto le richieste della pubblica accusa. Con il verdetto pronunciato ieri dalla Corte di assise di appello l’inchiesta rischia però di andare adesso in frantumi. Russo resta però detenuto per altra causa.
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