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Camorra

Fiumi di droga per i Contini, inflitti settant’anni di carcere

Otto condanne e sei assoluzioni: accuse a picco per Rullo, Botta e Capozzoli

Fiumi di droga per i Contini, inflitti settant’anni di carcere

Nei riquadri il boss Nicola Rullo, alias “’o nfamone”, e il coimputato Vincenzo Capozzoli, conosciuto come “Enzuccio ’a miseria”

NAPOLI. L’inchiesta chiamata a fare luce sulle nuove rotte della droga tracciate dal clan Contini si conclude, almeno in primo grado, tra luci e ombre. Per i quattordici imputati a vario titolo accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e di innumerevoli episodi di spaccio il gup dell’Aquila ha accolto infatti solo in parte le richieste di pena avanzate dalla Procura.

Se da un lato le condanne non sono mancate - otto per un totale di quasi 70 anni di carcere - dall’altro alcuni imputati eccellenti, tra cui il boss Nicola Rullo e i “colonnelli” del clan Vincenzo Capozzoli e Carmine Botte, le accuse si sono sgretolate portando alla completa assoluzione.

Questo nel dettaglio il dispositivo pronunciato ieri dal gup Marco Billi: Umberto Schettino, 20 anni; Daniele Malafronte, 7 anni e 9 mesi; Francesca Di Cristo, 8 anni; Giuseppe Lanzano, 6 anni e 10 mesi; Leonardo Ortensi, 7 anni e 9 mesi; Domenico Marasca, 5 anni e 30mila euro di multa; Ferdinando Marasca, 5 anni e 30mila euro di multa; Marco Basso7 anni e 9 mesi. Assolti invece con formula piena Gaetano Attardo, difeso dall’avvocato Giuseppe Perfetto, per il quale erano stati chiesti 18 anni e 4 mesi; Nicola Fruguglietti; Nicola Rullo, difeso dall’avvocato Alfredo Durante; Carmine Botta, difeso dagli avvocati giuseppe Perfetto e Giuseppe Ricciulli; Vincenzo Capozzoli, difeso dagli avvocati Claudio Davino e Alfredo Durante; e Ciro Toscano. Complessivamente sono state sei le assoluzioni disposte dal giudice del rito abbreviato.

Alla vigilia della sentenza le aspettative della Procura erano però ben diverse. La pubblica accusa aveva infatti ipotizzato l’esistenza di una vera e propria holding criminale composta dal narcos Umberto Schettino, pentitosi qualche anno fa, Gaetano Attardo, Giuseppe Lanzano, Vincenzo Saracino, Daniele Malafronte, Francesca De Cristo, Pasquale Starita, Mario Iorio, Andrea Iozzi, Marco Basso, Leonardo Ortenzi e Nicola Fruguglietti.

L’organizzazione, tra agosto 2017 e gennaio 2018, avrebbe trafficato importanti quantitativi di cocaina, hashish, marijuana e mdma, che veniva acquistata o ricevuta a Napoli e in seguito trasferita nelle province di Teramo, Ascoli Piceno, Fermo e Ancona. Al vertice dell’associazione si sarebbe posizionato Schettino, domiciliato a Corropoli, che avrebbe gestito i contatti con i fornitori della “roba”. Un ruolo di primo piano, ricoperto anche in ragione del suo status di esponente di spicco del clan Contini.

Schettino avrebbe così trattato con i fornitori napoletani, in particolare con Gaetano Attardo, altro presunto pezzo da novanta del la cosca con base tra l’Arenaccia, il Vasto e San Giovanniello, e con Fruguglietti, pusher radicato nel Lotto G di Scampia. Del trasporto si sarebbero invece occupati Saracino, Starita e Farinelli. Quanto ai ras, in particolare Rullo e Botta, la pubblica accusa ha ipotizzato dei singoli episodi di detenzione e cessione di droga, seppur consistente. Ricostruzioni che non hanno però portato a condanne.

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