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Napoli
17 Ottobre 2025 - 11:24
NAPOLI. Si è svolto giovedì 16 ottobre, alle ore 9:30, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, il convegno promosso dalla ADA Campania e UIL Pensionati Campania dedicato al rapporto tra intelligenza artificiale, terza età, invecchiamento attivo e dialogo sociale.
L’incontro, aperto alla cittadinanza, ha visto la partecipazione di esperti, accademici, rappresentanti istituzionali, studenti e pensionati, in un confronto vivo e intergenerazionale. Al centro del dibattito, le opportunità e le sfide che l’IA porta nella vita quotidiana degli anziani: dalla salute all’assistenza, dall’accesso all’informazione alla lotta alla solitudine, fino agli aspetti etici e relazionali.
“La tecnologia non è solo una questione di innovazione, ma di accesso, equità e umanità. Con questo incontro abbiamo voluto aprire un dialogo serio e concreto su come l’intelligenza artificiale possa diventare strumento di inclusione e non di esclusione” – ha dichiarato Biagio Ciccone, Segretario Generale della UILP Campania.
“L’IA non ha coscienza: non siamo di fronte a soggetti pensanti autonomi, ma a strumenti che devono essere plasmati dall’umanità e dai diritti, non il contrario.” — aggiunge Ciccone.
Ciccone ha inoltre ricordato che “gli anziani non sono spettatori del cambiamento: sono custodi di memoria e protagonisti di futuro. La società ha bisogno del loro sguardo, anche nell’era digitale.”
Il convegno si inserisce nel percorso di impegno della UILP Campania a favore di un invecchiamento attivo e dignitoso, valorizzando la presenza degli anziani come risorsa essenziale per la coesione sociale e culturale del territorio.
Assunta Parisi, presidente ADA Campania, ha aggiunto: “Come associazione che tutela i diritti degli anziani, auspichiamo che queste tecnologie diventino strumenti per rafforzare — e non sostituire — il welfare, restituendo dignità e autonomia alle persone anziane, autosufficienti e non, e contribuendo, quando possibile, a prevenire il declino cognitivo che rischia di privarle della memoria e del valore delle loro esperienze di vita.”
L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Dipartimento di Scienze Politiche, rappresentato dalla Direttrice De Vivo, che ha dichiarato: “Il Dipartimento di Scienze Politiche è impegnato a rafforzare costantemente il proprio legame con il territorio. L’iniziativa che presentiamo si inserisce in questo percorso di “Terza missione” e rappresenta una tappa di un progetto più ampio, nato dall’incontro tra generazioni diverse: il passato che si proietta verso il futuro e il futuro che si volge al passato. Questi sguardi differenti, queste diverse prospettive sul mondo, devono necessariamente dialogare e integrarsi, soprattutto oggi che l’intelligenza artificiale rappresenta la grande sfida con cui tutti ci confrontiamo. Abbiamo voluto costruire un percorso inclusivo, che non lasci indietro nessuno: né gli anziani, protagonisti di un cambiamento epocale e senza precedenti, né i giovani, chiamati a cogliere questa trasformazione non solo dal punto di vista tecnico, ma anche – e soprattutto - a umanizzare la tecnologia che utilizzano quotidianamente. Da questa consapevolezza è nata l’idea di coinvolgere anziani e giovani, in un cammino comune, un’intuizione che si è rivelata vincente”.
A portare il punto di vista nazionale è stato Carmelo Barbagallo, Segretario Generale UIL Pensionati Nazionale, che ha dichiarato:
“L’intelligenza artificiale può diventare uno strumento molto utile per migliorare la vita delle persone, anziane e non. Dobbiamo però essere noi a governare questo grande cambiamento, stando attenti a non farci invece governare da esso. Dobbiamo stare attenti perché l’industrializzazione e la globalizzazione sono state transizioni fatte senza chiedere il parere della gente e infatti sono state governate male. Non può succedere lo stesso con l’intelligenza artificiale. Altrimenti staremo peggio, non meglio. Non vogliamo e non possiamo frenare l’intelligenza artificiale, noi vogliamo partecipare alla sua diffusione. Perché le persone anziane devono avere voce in capitolo su ciò che le riguarda. È una questione di civiltà.”
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