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Il caso

Largo Maradona, si aspetta l’ok per poter riaprire

Il nodo è trovare una licenza che vada bene anche su proprietà non pubblica. Lunedì incontro con Teresa Armato

Largo Maradona, si aspetta l’ok per poter riaprire

NAPOLI. Quattro giorni con il celebre murale di Diego Armando Maradona in via Emanuele De Deo, nei Quartieri Spagnoli nascosto alla vista da teli azzurri. La chiusura, decisa dai gestori del sito, non è un atto di protesta, ma il risultato di un'operazione che ha portato al sequestro di un carrettino e all'esigenza di regolarizzare l'intera area che, nel tempo, è diventata un'enorme attrattiva turistica con migliaia di visitatori ogni giorno.

Ma dopo quattro giorni, secondo indiscrezione, oggi Largo Maradona dovrebbe riaprire per la felicità dei turisti, alcuni dei quali, hanno detto, essere a Napoli proprio per vedere questo luogo iconico. Il punto cruciale del problema risiede nella tipologia di licenza in possesso dei commercianti che a inizio settimana sono stati bloccati e multati dagli agnti della polizia municipale.

Attualmente, la licenza è di tipo ambulante, il che impone ai venditori di gadget e souvenir di spostarsi continuamente. I carretti non possono, in sostanza, rimanere fissi nel piazzale dove si trova la gigantografia di Diego e gli altarini. Nonostante l'annuncio iniziale di una rapida riapertura, i tempi per la regolarizzazione si sono rivelati più lunghi del previsto.

I commercianti si sono mossi immediatamente, avviando la pratica per trasformare la licenza in sede fissa presso la Camera di Commercio di Napoli. Tuttavia, il piazzale ricade su suolo privato, un aspetto che complica le procedure e impedisce l'adozione di una concessione per il commercio mercatale in sede fissa, come quella utilizzata per i librai in altre zone della città.

L'Amministrazione comunale di Palazzo San Giacomo ha mostrato disponibilità a trovare una soluzione, e si è tenuto un primo confronto tra i negozianti e gli uffici comunali. L'atteso incontro in Municipio con l'assessora Teresa Armato è previsto per lunedì e dovrebbe chiarire le possibili soluzioni e le relative tempistiche.

Tra le ipotesi allo studio spicca l'utilizzo della formula Map (Mercato su Area Privata), previsto dalla legge regionale sul commercio e riguarda mercati organizzati su proprietà non pubblica. Questa soluzione potrebbe prevedere un bando, magari con una concessione a lungo termine, ma necessita di una complessa istruttoria e, non è escluso, di una delibera comunale.

Nel frattempo, l'area chiusa rischia di trasformarsi in un luogo di degrado e c’è dunque il timore che, senza una rapida soluzione, uno dei principali attrattori turistici di Napoli possa trasformarsi in una discarica temporanea.

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