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L'allarme
20 Ottobre 2025 - 08:14
NAPOLI. Una vicenda inquietante, su cui sta indagando la procura ordinaria di Napoli, coordinando il lavoro dei commissariati Palazzo di giustizia e Vasto-Arenaccia. Due lanci di droni fuori bersaglio, entrambi di notte a distanza di 24 ore e diretti presumibilmente al carcere di Poggioreale.
Uno dei velivoli ha terminato la corsa a circa 50 metri dalla Torre A del tribunale al Centro Direzionale mentre un filo di ferro trasportato dall’altro si è incastrato all’undicesimo piano dello stesso edificio. In quest’ultimo caso all’istituto penitenziario sarebbero dovuti arrivare un telefono cellulare e sostanza stupefacente, trovati e sequestrati.
I due episodi, ancora in fase di ricostruzione, sono avvenuti tra la notte di giovedì e quella di venerdì, nella zona che ospita gli uffici giudiziari del settore civile. Nel primo, i poliziotti di Vasto hanno notato a terra a circa 50 metri dalla Torre A un drone di circa mezzo metro. Così, è partita subito la segnalazione ai vari uffici della questura, tra i quali la Squadra mobile che procede nelle indagini con il coordinamento della procura.
Ventiquattr’ore dopo circa, intorno alla mezzanotte, la seconda scoperta. A dare l’allarme sono stati i vigilantes dell’istituto “Battistolli”, incaricato della vigilanza della cittadella giudiziaria. Durante il giro di perlustrazione del perimetro all’altezza della Torre A hanno notato un filo di ferro che scendeva dall’alto fino a una trentina di centimetri dal suolo.
A esso era legato un pacchettino avvolto dallo scotch, con dentro un cellulare e sostanza stupefacente. Sono accorsi i poliziotti di Palazzo di Giustizia e i colleghi della Scientifica, riscontrando che il filo si era parzialmente incastrato all’undicesimo piano e perciò non era arrivato a terra. L’unica pista seguita dagli inquirenti, almeno per il momento, porta a due lanci sbagliati di droni verso il carcere di Poggioreale.
La Torre a infatti è la più vicina e sia il telefono che la droga presumibilmente erano indirizzati alla cella di un detenuto. Non una manovra facile, tenuto anche conto dei radar a protezione degli istituti penitenziari, ma in passato a volte riuscita. L’anno scorso la Dda smascherò un’organizzazione specializzata in lanci diretti al carcere di Secondigliano e legata alla malavita organizzata del posto.
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