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La protesta studentesca

Napoli, occupati il liceo Sannazaro e il Della Porta

Mobilitazione in corso in segno di solidarietà con la Palestina

Napoli, occupati il liceo Sannazaro e il Della Porta

Altri due istituti d'istruzione superiore sono stati occupati oggi a Napoli, nell'ambito delle mobilitazioni in corso in segno di solidarietà con la Palestina. Si tratta del liceo classico Jacopo Sannazaro e dell'istituto tecnico Della Porta.

«Oggi il Sannazaro sceglie di prendere finalmente posizione e di aderire allo stato di agitazione permanente che sta coinvolgendo tutti gli studenti d'Italia in queste ultime settimane. Noi come studenti del liceo Sannazaro abbiamo deciso di occupare la nostra scuola in segno di solidarietà alla causa palestinese, e sopratutto per dimostrare tutto il nostro dissenso su quanto accaduto in queste ultime settimane, sia prima che dopo la finta pace di Trump e Netanyahu. È quindi arrivato il momento, anche per noi studenti, di schierarci contro un genocidio che dura da 77 anni», si legge in un comunicato degli studenti del Sannazaro.

«Questa occupazione - spiegano gli studenti del Della Porta - arriva in una cornice ben più grande di occupazioni e mobilitazioni in questa città. Ci inseriamo a pieno in questo movimento di lotta, per la liberazione dal fiume fino al mare della Palestina e in contrasto con un governo italiano sempre tacito e complice verso la questione palestinese. Questa occupazione non è un atto isolato, una protesta verso l'istituto, bensì un atto di disobbedienza civile, di indignazione verso le posizioni del governo Meloni in questi ultimi due anni, e di condanna verso il genocidio e l'apartheid in corso».

E continuano: «C'è chi dice che ormai il conflitto è terminato, dopo i trattati di pace proposti e portati avanti da Trump e Natanyahu. Gli studenti e le studentesse non hanno mai creduto a questa “pace", sia perché è una tregua già infranta 40 volte in 5 giorni da Israele, sia perché crediamo che non ci sia pace senza giustizia e che non ci sia pace sotto occupazione. E allora, per chi ha perso il diritto allo studio, per chi ha perso la voce, e per chi ha perso la vita, gridano ancora gli studenti. Lo abbiamo promesso, avremmo bloccato tutto, e così stiamo facendo».

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