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23 Ottobre 2025 - 08:48
NAPOLI. Fiumi di droga sull’asse Napoli Nord-Basso Lazio, per la gang di narcos capeggiata da Aniello Prisco arriva una prima raffica di sconti. Il colpo di scena si è consumato ieri pomeriggio davanti alla sesta sezione della Corte di appello di Napoli, la quale ha concesso le attenuanti generiche a tutti i cinque imputati. Complessivamente sono stati dunque inflitti trent’anni di carcere: una decisa sforbiciata rispetto alle richieste della Procura, che in primo grado dove c’erano però coinvolti anche altri due imputati di anni ne aveva invocati oltre settanta.
Queste, nel dettaglio, le condanne disposte dai giudici di appello: Aniello Prisco, 9 anni e 6 mesi di reclusione; Pasquale Moio, 5 anni e 10 mesi in continuazione con altra sentenza; Gaetano Simeoli, 5 anni; Giovanni Cuomo, 4 anni e 10 mesi; e Ferdinando Prisco, 4 anni e mesi. Un verdetto, quello della sesta sezione, accolto con favore dal collegio difensivo, composto tra gli altri dai penalisti Luigi Poziello, legale di Moio, Claudio Davino e Francesca Davino. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro i prossimi novanta giorni.
Le accuse di cui gli imputati dovevano rispondere erano di assoluta consistenza: su tutte spicca quella di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. In particolare, l’organizzazione disarticolata con il blitz di fine giugno 2023 sarebbe stata operativa a Marano di Napoli, in altri comuni limitrofi e con propaggini anche in territori del Basso Lazio e avrebbe movimentato la droga mediante l’utilizzo di veicoli appositamente modificati con la predisposizione di vani per l’occultamento dello stupefacente.
La droga sarebbe arrivata in aereo a Fiumicino e, attraverso le auto, arrivata in Campania da dove poi ripartiva per essere smerciata nel Basso Lazio e, in particolare, sul litorale di Formia. A finire in carcere erano così stati Aniello Prisco, il figlio Ferdinando Prisco, Pasquale Moio, Giovanni Cuomo, Gaetano Simeoli, Alfonso Bianco e Andrea Lago. Tra gli indagati, in tutto otto, ma non destinatario di misura cautelare c’era anche Mario Mancinelli. In occasione della retata poliziotti e finanzieri avevano eseguito anche un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore complessivo di oltre 700mila euro.
La base della holding, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbe stata invece la concessionaria gestita da Aniello Prisco: proprio in quella sede, infatti, i presunti narcos, tra il 2021 e il 2022, avrebbero organizzato i propri traffici di droga. In merito a quest’ultimo aspetto, i riscontri non sono poi mancati. Durante le indagini, infatti, gli investigatori che hanno condotto l’inchiesta, in occasione di due distinte operazioni, hanno sequestrato un carico di 74 chili di hashish, un secondo da 6,4 chili, un terzo da 19,3 chili e un quarto da oltre 100 chili. Droga destinata, secondo gli inquirenti, alle piazze di spaccio dell’area nord e flegrea. Per cinque narcos sono adesso arrivati gli sconti.
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