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Il monito di don Battaglia per la “Scarlatti”

Il cardinale si rivolge ai politici: sostenere l’Orchestra Junior e Young significa credere che la cultura non è un lusso

Il monito di don Battaglia per la “Scarlatti”

NAPOLI. Dopo i genitori che si sono schierati fianco a fianco dei figli che suonano nell’Orchestra Scarlatti Junior è stato il cardinale don Mimmo Battaglia a lanciare un nuovo appello a ministri e parlamentari campani per scongiurare una “sparizione” catastrofica. Un accorato e inequivocabile appello è stato lanciato dal Cardinale Domenico Battaglia, Arcivescovo Metropolita di Napoli, che ha indirizzato una lettera aperta ai Ministri della Cultura (Alessandro Giuli) e dello Sport e Giovani (Andrea Abodi), oltre che ai parlamentari campani, per scongiurare la chiusura della Nuova Orchestra Scarlatti prevista per il 2026 a causa della mancanza di sostegno strutturale.

Il grido d'aiuto di don Mimmo Battaglia non si limita alla difesa di un'istituzione culturale, ma ne sottolinea il ruolo vitale per la coesione sociale della città. Nella sua missiva, l'Arcivescovo dipinge Napoli come una «città di musica e di umanità» che rischia di perdere una delle sue «voci più vere». Battaglia evidenzia come l'attività della Scarlatti, in particolare con i progetti Scarlatti Junior e Scarlatti Young, vada ben oltre l'esecuzione di spartiture. «La musica, a Napoli, non è mai solo suono» scrive Battaglia. «Essa è intesa come strumento di prossimità ai ragazzi più fragili», un'eredità storica che affonda le radici nella funzione originaria dei «conservatori», nati per «conservare la dignità degli impoveriti» attraverso l'educazione musicale. Per i giovani provenienti da situazioni di disagio, suonare insieme ha rappresentato una «scuola di vita e di cittadinanza», insegnando loro a «essere responsabili, ad apprezzare la bellezza del fare insieme» e a «scoprire il proprio valore».

La Nuova Orchestra Scarlatti è definita, quindi, non solo un patrimonio artistico, ma «un bene sociale, un servizio educativo, un presidio di speranza per la città». Il cuore dell'appello è la richiesta di un intervento immediato per garantire un sostegno strutturale, senza il quale «la Nuova Orchestra Scarlatti si vedrà costretta a chiudere la propria attività nel 2026». L'Arcivescovo non usa mezzi termini, definendo la possibile chiusura come una «perdita irreparabile per Napoli e per l'Italia intera», sottolineando come la città, grande capitale culturale d'Europa, resterebbe priva di un'orchestra sinfonica stabile, caso «unico nel nostro Paese».

L'Arcivescovo conclude il suo appello con una forte dichiarazione politica sul valore della cultura: «Sostenere la Nuova Orchestra Scarlatti significa credere che la cultura non è un lusso, ma un servizio; che la musica è strumento di pace e di inclusione; che investire nei giovani e nei loro sogni è la più alta forma di politica sociale». Napoli, conclude Battaglia, «non chiede privilegi, ma riconoscimento» chiedendo che le istituzioni riconoscano il valore umano, educativo e culturale di questa realtà per «dare futuro ai nostri ragazzi, dare speranza alla città, dare voce al Paese».

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