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Blitz in via Costantinopoli
27 Ottobre 2025 - 08:15
NAPOLI. Un 15enne e un 13enne del Rione Sanità, già noti alle forze dell’ordine e difesi rispettivamente dagli avvocati Fabio Segreti e Cesare Amodio, sono stati denunciati a piede libero dalla polizia per il possesso di una pistola perfetta replica di un’arma vera, priva del tappo rosso, e per ricettazione in quanto viaggiavano su uno scooter rubato.
Li hanno bloccati in strada i Nibbio dell’Ufficio prevenzione generale della Questura. Inutilmente i ragazzi hanno cercato di dissimulare la paura per il controllo: gli agenti se ne sono accorti e ritenendo che avessero qualcosa da nascondere, hanno approfondito il controllo perquisendo entrambi.
Uno dei due aveva il “giocattolo” addosso, l’altro no ma risponderà dello stesso reato in concorso. Il controllo dei poliziotti motomontati “Nibbio” ai minorenni è avvenuto in via Costantinopoli a cavallo tra venerdì e sabato scorsi. Gli agenti, che operano sempre in divisa, hanno notato uno scooter con due giovanissimi in sella, con il conducente che alla loro vista si è bloccato posizionandosi dietro alcuni motorini parcheggiati mentre il passeggero scendeva dal mezzo e si avviava verso piazza Bellini. Immediatamente è scattato l’“alt polizia” e i ragazzi sono stati bloccati per il controllo.
Addosso al 13enne, precisamente nei pantaloni della tuta, è stata trovata un revolver replica privo del tappo rossa con all’interno 3 cartucce a salve. Il 15enne invece è risultato in regola al controllo, ma è stato denunciato per lo stesso reato. Così come tutt’e due dovranno rispondere di ricettazione per il motorino provento di furto su cui stavano procedendo in via Costantinopoli.
Portati alla caserma “Raniero”, dopo le formalità burocratiche i ragazzi sono stati rilasciati e affidati ai familiari. Come prevede la legge è partita una segnala zione alla Procura per i minorenni, ma va sottolineato che il 13enne non è imputabile. Pochi giorni e lo sarebbe diventato. La vicenda, sicuramente meno grave delle altre che hanno coinvolto altri minorenni, accende ancora una volta i riflettori sul fenomeno di una generazione violenta o potenzialmente tale.
Non è solo il caso di coloro che si avvicinavano alla malavita, ma anche dei “bravi ragazzi” che portano il coltello a scuola o per uscire con gli amici giustificandosi con la classica frase: «Serve per difendersi». Almeno a Napoli città non c’è mai stato un periodo, come l’attuale, in cui quasi giorno un giovanissimo sale alla ribalta per fatti di cronaca.
Si spara e soprattutto, si accoltella per un nonnulla e nessuno dei protagonisti di queste storie terribili sembra rendersi conto delle conseguenze di simili gesti. Le forze dell’ordine fanno quello che possono e devono fare, intensificando i controlli e indagando per vicende di rilevanza penale. I risultati non sono mancati. Ma non si può chiedere loro di sostituirsi ai genitori, alla scuola, agli assistenti sociali e ai psicologi.
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