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L'iniziativa

Librandi da don Merola per il “Cantiere della Legalità”

Il vicesegretario di Forza Italia Campania: dai beni confiscati nascano lavoro e speranza

Librandi da don Merola  per il “Cantiere della Legalità”

Gianfranco Librandi arriva alla Fondazione ‘A Voce d’’e Creature di don Luigi Merola nel primo pomeriggio, quando i bambini stanno ancora finendo il pranzo. Panini imbottiti, risate, un pallone che rotola nel cortile. L’aria è quella allegra e rumorosa dei luoghi vivi, dove la legalità non è una parola scritta sui muri ma una quotidianità fatta di educazione, gioco e comunità.
«È qui che la legalità si tocca con mano» dice Librandi guardando i piccoli seduti ai tavoli, mentre don Merola gira tra loro con la consueta energia, aggiusta un cappellino, incoraggia, sorride. Poi tutti scappano fuori a giocare a calcio.
In questo scenario semplice ma potentissimo, Librandi, vicesegretario di Forza Italia Campania, lancia la proposta del Cantiere della Legalità e dell’Impresa: un modello stabile di collaborazione tra pubblico e privato per trasformare i beni confiscati alla criminalità in opportunità di lavoro e formazione. «Don Merola ci ha insegnato che la legalità non si insegna, si vive - spiega - e la si vive se diventa occasione concreta di crescita. La nostra idea è creare una rete tra aziende, fondazioni e istituzioni per far nascere microimprese etiche, laboratori professionali e percorsi di inserimento per i ragazzi delle periferie».
Il progetto, racconta Librandi, nasce da un dato di realtà: «In Campania abbiamo imprenditori che non trovano personale qualificato e giovani che non riescono a lavorare. È un paradosso che possiamo risolvere proprio qui, dove i beni confiscati diventano laboratori del lavoro, dove formare competenze artigianali, tecniche e professionali».
Il Cantiere della Legalità e dell’Impresa prevede anche incentivi per le aziende che assumono giovani provenienti da contesti di disagio o percorsi di reinserimento. «La legalità deve diventare un motore economico, non solo un principio astratto - aggiunge Librandi - perché un’impresa sana è la prima risposta alla cultura dell’illegalità».
Accanto a lui, don Merola annuisce.
Librandi sorride guardando i ragazzi rincorrere la palla nel cortile: «Da Napoli può partire un modello nazionale. Perché la vera vittoria, oggi, è vedere questi bambini crescere liberi e con un futuro».

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