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L'inchiesta
29 Ottobre 2025 - 09:01
_Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile di Napoli; nei riquadri gli arrestati Massimo Avallone e Francesco Elia
NAPOLI. Avrebbe messo a segno furti anche nella Svizzera italiana la banda di rapinatori professionisti sgominata dalla Squadra mobile con cinque arresti, tutti napoletani del centro storico tra i 56 e i 72 anni.
Ma su questo gli investigatori stanno cercando riscontri a quanto sarebbe emerso nel corso delle indagini a carico degli indagati, accusati per il momento “soltanto” di tre colpi in città: uno ai danni di un supermercato a Materdei e gli altri due in abitazioni.
Utilizzavano un particolare software, denominato “Sneakey”, con cui riuscivano a riprodurre le chiavi degli obiettivi, negozi e appartamenti, attraverso foto scattate durante i sopralluoghi: con un teleobiettivo a distanza massima di 70 metri; con un cellulare da distanza ravvicinata.
Non solo: lo scorso 16 marzo, durante un colpo messo a segno in un market, hanno costretto alcuni dipendenti a caricare sulla loro auto la pesante cassaforte rubata minacciandoli con le pistole. In manette sono finiti, grazie a indagini della Squadra mobile della questura guidata dal dirigente Giovanni Leuci, Massimo Avallone, 56enne di Bacoli, detto “o’ chiattone”; i fratelli Renato Elia e Francesco Elia dei Quartieri Spagnoli, rispettivamente di 72 e 70 anni; Pasquale Inocenta, 59enne di Fuorigrotta attualmente detenuto; Gennaro Ruggiero soprannominato “Genny il bello”, 59enne del Pallonetto.
Tutti già noti alle forze dell’ordine e da ritenere innocenti fino all’eventuale condanna definitiva. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di svariati reati contro il patrimonio, tra i quali rapine a mano armata e furti in abitazioni nonché per sequestro di persona aggravato.
Il 16 marzo 2025, alle 22,45, in quattro armati di pistola, dopo essersi introdotti all’interno di un supermercato a Materdei, presero in ostaggio gli addetti alla sistemazione merci. E dopo aver legato loro le mani con il nastro isolante, hanno portato via la cassaforte senza aprirla.
In quell’occasione hanno costretto le vittime a trasportarla dal primo piano al piano terra dell’immobile, costringendo persino le vittime a caricarla nel bagagliaio di un’autovettura. Le indagini della Squadra mobile, coordinate dalla Procura di Napoli, svolte anche ascoltando vittime e testimoni, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei cinque uomini, protagonisti di diversi colpi tra marzo e giugno 2024.
L’asso nella manica si sono rivelate però le intercettazioni ambientali, unite alle immagini della videosorveglianza. In una di essi veniva fuori una “fatica”, che in gergo malavitoso napoletano significa reato, compiuta da due degli indagati. Così come formano il quadro indiziario il riconoscimento da parte di due dei dipendenti del market, in particolare verso Massimo Avallone.
Quest’ultimo è considerato il capo della gang e compare in 3 dei 4 capi d’imputazione. Non tutti hanno partecipato agli stessi colpi, ma rispondono in 5 dell’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio.
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