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L'indagine
29 Ottobre 2025 - 09:03
Nei riquadri gli indagati Mario Cardillo “’o meccanic”, Danilo La Volla “’o cecat” e Vincenzo Vaccaro
NAPOLI. Per inondare il territorio nazionale di cocaina, hashish e marijuana importata dalla Spagna usavano una società logistica del Napoletano. È quanto scoperto dai carabinieri del nucleo Investigativo di Napoli che, al termine delle indagini coordinate dalla Dda, hanno arrestato cinque persone ora accusate dei reati, contestati nella forma aggravata, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio.
Custodia cautelare in carcere, dunque, per Mario Cardillo, ritenuto dagli inquirenti il capo della holding, Vincenzo Marigliano (difeso dall’avvocato Leopoldo Perone), Giovanni Risi, Dreyck Gusmao De Azevedo (difeso dall’avvocato Luigi Poziello) e Antonio Mallardo.
I narcotrafficanti hanno operato dal gennaio 2019 al maggio 2020, nell’area della città metropolitana di Napoli, ma anche nell’hinterland casertano. Durante quel periodo le forze dell’ ordine hanno sequestrato, complessivamente, circa 102 chili di stupefacenti. Individuate dai militari le modalità di trasporto e stoccaggio dello stupefacente resi possibili attraverso una società logistica di Giugliano in Campania fittiziamente gestita da uno degli indagati.
“Ciardillo”, “Curdillo” e “Cardullo”: acquistava i biglietti per i voli in Spagna sempre modificando leggermente il cognome, per eludere i controlli delle forze dell’ordine, il capo della banda di broker della droga decapitata dai carabinieri di Napoli con l’arresto di cinque persone tra cui il secondiglianese Mario Cardillo, ritenuto dai militari e dalla Procura, il capo dell’organizzazione di narcotrafficanti.
Il gip ha disposto all’arresto in carcere anche per Vincenzo Marigliano, Giovanni Risi, per il brasiliano Dreyck Gusmao de Azevedo e per Antonio Mallardo (gli ultimi due stretti collaboratori del capo), ma gli indagati sono complessivamente ventiquattro. Erano Antonio Mallardo e il brasiliano a gestire la società logistica di Giugliano in Campania, intestata a un prestanome, utilizzata per convogliare e stoccare la droga (nascosta anche in cassettiere per scrivanie che poi venivano vendute sul web come usate) che arrivava dalla Spagna, perlopiù da Malaga e Barcellona. Al prestanome davano 200 euro al mese per l’intestazione fittizia.
Buttati dai narcos e dai loro clienti sarebbero stati recuperati e venduti a prezzi molto vantaggiosi come usato, i cassetti utilizzati per far arrivare la Droga in Italia dalla Spagna via corriere. A scoprirlo è stato uno degli indagati che, allarmato, informava un complice: «Questi cosi che buttiamo li stanno vendendo su Facebook».
La preoccupazione derivava dal fatto che sulle confezioni erano evidenti dati della spedizione dalla Spagna potenzialmente pericolosi per la banda qualora fossero finite all’attenzione dei carabinieri, come poi avvenuto. I militari hanno infatti acquisito le foto sui social per confrontarle con quelle fatte durante un sequestro. Agli acquirenti è apparso verosimile che a disfarsi dei cassetti siano stati i clienti dei narcotrafficanti.
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