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Malanapoli

Pestaggi e raid, polveriera Bagnoli

Alta tensione tra i gruppi Esposito-Nappi e Maiorino: danni a un’auto dopo l’aggressione

Pestaggi e raid, polveriera Bagnoli

Sul caso indaga la squadra investigativa del commissariato Bagnoli; nel riquadro il ras Massimiliano Esposito

NAPOLI. Cresce la tensione negli ambienti malavitosi di Bagnoli, dove si sarebbe verificato l’altro ieri sera un nuovo episodio collegabile ai contrasti tra il clan Esposito-Nappi e il gruppo Maiorino scoppiati recentemente.

In via De Niso c’è stata una violenta lite in strada tra diverse persone, terminata prima dell’arrivo della polizia avvertita da diverse telefonate di residenti. Erano le 22 circa e tutto si è svolto in poco tempo: prima sarebbe stato aggredito e picchiato un uomo; poi sono andati in frantumi i vetri di due autovetture parcheggiate, probabilmente per rappresaglia.

In palio, secondo gli investigatori, c’è il controllo del territorio in vista dell’America’s Cup del 2027, che avrà tra la primavera e l’estate il quartiere occidentale di Napoli come fulcro. Con conseguente, ecco il motivo dello scontro, apertura di cantieri, appalti, subappalti e il relativo indotto economico: attività che fanno gola alla camorra per il possibile “pizzo” da incassare.

Le ostilità tra i gruppi Esposito-Nappi e Maiorino sarebbero cominciate a metà settembre scorso con l’incendio, presumibilmente doloso, all’autovettura di una figlia del ras Massimiliano Esposito “’o scognato” ferma sotto l’abitazione. Era il 17 del mese scorso. Sono poi seguiti insulti e minacce su Tik-Tok da parte di persone collegate alle due famiglie secondo gli investigatori e attentati vandalici, come la testa mozzata di una statua e il furto di un vaso, posizionati all’ingresso di altrettante abitazioni a Bagnoli.

L’altro ieri sera, nella ricostruzione dei poliziotti del commissariato Bagnoli che indagano sull’episodio, sarebbe stato aggredito un congiunto dei Nappi-Esposito in via De Niso, che ha reagito mettendo in fuga gli aggressori. Tra i residenti nella strada inizialmente si era sparsa la notizia, poi risultata infondata, di una sparatoria.

La polizia è accorsa dopo la prima segnalazione, ma sul posto non sono stati trovati bossoli né qualcuno ha riferito di aver visto persone sparare. Mentre invece è considerata veritiera la voce secondo cui giovani armati si sarebbero fatti notare nel quartiere in sella a motociclette mentre giravano armati.

Negli ultimi 30 giorni lo scontro tra vicende in strada e battibecchi tra i social. Sempre però attraverso profili anonimi, che richiamano il nome del quartiere o il cognome delle famiglie coinvolte, nessuno di identificabile direttamente come autore. Dalle persone citate, e dal tono usato, gli investigatori hanno ricavato il contesto e stanno indagando.

Non si può escludere, chiaramente, che sia tutto opera di ragazzini, seppur legati a certi ambienti: il più delle volte il tenore degli insulti è veramente basso, livello di gossip da quartiere su presunte relazioni extraconiugali o orientamento sessuale. Ma ci sono anche messaggi decisamente più inquietanti. Come il video, firmato “6.5”, in cui si vede una foto che sembra scattata dall’interno del carcere e si legge la scritta: «Godetevi questi giorni di gloria che poi ve li piangerete. Promesso». Una minaccia chiara.

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