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Lo studio

Iscrizioni all’università, termometro per i Neet

Si chiamano indicatori del “dominio istruzione e formazione” e la Campania si attesta a livello molto basso, si salva solo Avellino

Iscrizioni all’università, termometro per i Neet

NAPOLI. «Gli indicatori del dominio Istruzione e formazione posizionano la Campania su un livello di benessere quasi sempre più basso dell'Italia e del Mezzogiorno, con svantaggi più netti per il tasso di passaggio all'università e per la quota di giovani che non lavorano e non sono inseriti in un percorso di istruzione o formazione (Neet); la partecipazione al sistema scolastico dei bambini di 4-5 anni è l'unica misura che supera entrambe le medie di confronto».

È quanto si evince dalla seconda edizione del rapporto Istat BesT dove si delineano i profili di benessere equo e sostenibile per ciascuna delle 20 regioni italiane e per le rispettive province a partire dalla lettura integrata degli indicatori del Bes dei territori.

All'interno della regione, spiega l'Istituto, «si possono notare differenze più o meno ampie, e per oltre la metà degli indicatori tutte le province campane registrano risultati inferiori alla media-Italia. Avellino mantiene il profilo migliore, riportando i risultati migliori per sei indicatori, due dei quali la collocano anche al di sopra della media Italia; la città metropolitana di Napoli mostra il profilo peggiore per lo stesso numero di misure, che la collocano al di sotto della media nazionale».

In Campania, tuttavia, ancora il rapporto, « peggioramenti riguardano un numero maggiore di indicatori: ai tre per i quali, a livello nazionale e ripartizionale, non c'è ancora stato un recupero sufficientetra questi il tasso di passaggio all'università che nell'ultimo anno nella regione è più basso rispetto al 2019 mentre è in crescita in Italia».

L'unico netto vantaggio della Campania si rileva per la partecipazione al sistema scolastico dei bambini di 4-5 anni (98,3%) che, nonostante un calo diffuso rispetto al pre-pandemia, nel 2022 si mantiene superiore alla media-Italia (94,0) in tutte le province della regione. 

Per le misure che rilevano la partecipazione ai percorsi formativi, i gap più rilevanti rispetto all'Italia e al Mezzogiorno si osservano per il tasso di passaggio all'università e per l'incidenza dei giovani Neet (15- 29 anni).

Il primo indicatore, che considera la quota di neodiplomati che si iscrivono per la prima volta all'università nello stesso anno in cui hanno conseguito il diploma, nel 2022 in Campania si ferma al 39,2%, 12,5 punti percentuali in meno del dato italiano e 8,2 in meno del Mezzogiorno; neanche la provincia con il risultato migliore, ossia Avellino (44,2%), supera la media della ripartizione. La riduzione è più marcata nella provincia di Salerno (-5,3 punti percentuali), che è anche la più sfavorita (36,5%).

L'incidenza dei Neet in Campania, nonostante il miglioramento rispetto al 2019, rileva ancora una chiara criticità: nel 2023 l'indicatore regionale è pari al 26,9%, circa 11 punti percentuali in più della media nazionale e di 2,2 punti superiore a quella del Mezzogiorno.

L'incidenza dei giovani Neet scende al di sotto del valore della ripartizione nelle province di Avellino (18,7%, poco più alto della media-Italia) e Salerno (22,5%). Si confermano valori più sfavorevoli della media-Italia, in questo caso allineati alla ripartizione di riferimento, per gli indicatori sul livello di istruzione.

In Campania nel 2023 la quota di persone (25-64 anni) con almeno il diploma è al 56,8 per cento (65,5 in Italia e 57,7 nel Mezzogiorno), e la percentuale di laureati e possessori di altri titoli terziari di 25-39 anni, è pari al 25% (5,0 punti percentuali in meno del dato nazionale e 0,6 punti in più del Mezzogiorno).

Entrambi gli indicatori mostrano un miglioramento rispetto alle variazioni medie in particolare per la quota di laureati che aumenta in Campania (4,1 punti percentuali in più rispetto al 2019) più che in Italia (2,6). Per entrambi gli indicatori la provincia di Avellino registra il risultato migliore e la città metropolitana di Napoli quello peggiore.

Il divario fra i due territori è particolarmente ampio per la quota di persone con almeno il diploma, con Avellino (68,9%) che si colloca sopra la media-Italia e a una distanza di 15,6 punti da Napoli, e si riduce per la percentuale di laureati, che vede la città metropolitana campana (24,%) poco al di sotto del valore del Mezzogiorno (24,4) e a 4,4 punti di distanza da Avellino.

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