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La cerimonia

Folla ed emozione ai funerali di Aniello Scarpati

Gremita la chiesa cristiana evangelica per l'ultimo saluto al poliziotto morto a Torre del Greco dopo essere stato investito da un Suv mentre era in servizio

Folla ed emozione ai funerali di Aniello Scarpati

Folla ed emozione ai funerali di Aniello Scarpati, il poliziotto morto a Torre del Greco dopo essere stato investito da un Suv mentre era in servizio a bordo di una volante.

Alla cerimonia, che si tiene in una chiesa cristiana evangelica che si trova nelle vicinanze della stazione centrale di Napoli, ha preso parte anche il ministro dell'interno, Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, l'Arcivescovo di Napoli, Monsignor Battaglia, il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, il questore di Napoli, Maurizio Agricola, il capo della Polizia, Vittorio Pisani. La salma del poliziotto è stata accolta dal picchetto d'onore.

PIANTEDOSI: «IL SUO SACRIFICIO NON SARA' DIMENTICATO»

«Ogni volta che una vita si spegne mentre si serve lo Stato, è una ferita collettiva che ci spinge a riflettere, la morte di un poliziotto in servizio ci dice che legalità ha un costo, non si difende da sola, lo Stato ha il dovere di sostenere chi come Aniello Scarpati ha servito lo Stato». È uno dei passaggi dell'intervento del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi.

«Il silenzio che accompagna questa cerimonia è il segno di riconoscenza sino all'estremo sacrificio ed è il modo di dire che ogni sacrificio per lo Stato non viene dimenticato dalla comunità», ha aggiunto il ministro, aggiungendo: «Le parole possono poco di fronte a questo dolore familiare, ma la presenza dello Stato sarà costante e concreta».

«Oggi il nostro saluto non è solo un gesto di commiato ma un vero e proprio impegno verso Aniello Scarpati, a non disperdere il significato del servizio pubblico, riconoscere ogni giorno l'importanza di chi opera per la sicurezza collettiva, a difendere con fermezza la dignità di un lavoro, che è fondamento della democrazia». È un altro passaggio dell'intervento in chiesa di Piantedosi.

Sul feretro del poliziotto è stato adagiato un cuscino rosso, su cui è posto il suo cappello. Quattro colleghi di Scarpati, in alta uniforme, sono disposti accanto alla bara fasciata con la bandiera tricolore, mentre i tre figli (uno di loro è stato abbracciato all'ingresso della chiesa dal capo della Polizia, Vittorio Pisani) e la moglie sono seduti al primo banco, in una delle due file centrali. Nella fila alla loro sinistra, si sono accomodate le autorità.

«Alla sua famiglia, alla moglie Eliana, ai figli Sharon, Daniele, Melissa, che portano sicuramente il peso più grande di questa perdita va la vicinanza più sincera e più affettuosa delle istituzioni e di tutta la comunità. Le parole possono poco, è sempre molto difficile confrontarsi con il dolore dei familiari, ma la presenza dello Stato deve essere e sarà costante e concreta. Il riconoscimento che oggi esprimiamo non si esaurisce in una cerimonia ma deve rappresentare un sostegno e una memoria viva. Nel servizio della responsabilità e della solidarietà si costruisce la forza di una nazione», ha chiuso Piantedosi. 

LA MOGLIE: «È NATO E MORTO CON LA DIVISA»

«Lo ringrazio per avermi dato dei figli meravigliosi, mio marito è nato con la divisa ed è morto con la divisa, e so che resterà sempre nel mio e ne nostri cuori, è stato un po' il poliziotto di tutti quanti». È quanto detto dalla moglie di Aniello Scarpati, all'uscita dalla chiesa cristiana evangelica al centro di Napoli dove si sono tenuti i funerali.

Alla domanda di un cronista se il figlio Daniel - abbracciato all'ingresso della chiesa dal capo della Polizia di Stato, Vittorio Pisani - ripercorrerà la carriera del padre, entrando in Polizia, la mamma ha replicato: «Sarà orgoglioso (il padre, ndr), sarà all'altezza del padre».

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