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il compleanno di Luna rossa

«Creiamo un movimento di artisti partenopei»

Eddy Napoli, grande interprete della canzone scritta dal padre, il poeta Vincenzo De Crescenzo, lancia un appello alle istituzioni per consegnare al futuro la musica e il teatro della tradizione napoletana

«Creiamo un movimento di artisti partenopei»

NAPOLI. Dal palco del Trianon-Viviani, dove Eddy Napoli ha festeggiato i 75 anni della celeberrima canzone Luna Rossa, scritta dal padre Vincenzo De Crescenzo e musicata da Antonio Viscione, in arte Vian, il cantante lancia un appello alle istituzioni: «Creare un “movimento di artisti napoletani” con la mission di portare nelle Aule magne delle scuole il racconto della musica e del Teatro partenopeo».

Come immagina questo progetto?

«Con un sostegno economico pubblico per mettere insieme tre o quattro squadre di artisti della tradizione della poesia, musica e teatro napoletani, che rappresentano una ricchezza culturale da trasmettere ai ragazzi, che oggi la musica se la producono in proprio a casa, mediante il computer».

Lei nutre preoccupazione per i luoghi dove fare esibire i nuovi talenti in grado di dare un futuro al gusto partenopeo melodico e poetico?

«Non sono perplesso sui luoghi, perché abbiamo la fortuna di avere più  di una ribalta dove le nuove generazioni possono esibirsi, parlo del Teatro Trianon-Viviani e di “Napulitanata” che si trova di fronte al Museo Nazionale, luoghi che rappresentano punti di riferimento per noi, ma anche per i turisti che hanno dove andare ad ascoltare musica tradizionale».

E tornando ai giovani?

«Ecco, vanno aiutati, perché nel variegato mondo della musica e della cultura partenopea ognuno oggi cerca di farsi strada da solo, propone quello che può o che vuole ma in un grande caos. Anche noi con Renzo Arbore, nel 1992 abbiamo innovato la tradizione melodica della nostra Napoli, però tutti partivamo da conoscenze di base che, purtroppo, oggi nessuno trasmette».

Cosa intende?

«Abbiamo bisogno non solo di chi va in scena ma anche di chi sappia raccontare il nostro patrimonio artistico, mediante seminari da tenersi nelle scuole, sin dalle Medie. Le Istituzioni devono però porsi in prima fila perché i costi della Cultura possono essere affidati anche ai privati, ma si sa che poi il privato vuole il suo tornaconto e questo rischia di soffocare la Cultura».

Ha un esempio a cui fare riferimento?

«Guardi, in altre nazioni questi movimenti di trasmissione della cultura identitaria già esistono. Io, nel 1996, diedi vita a una scuola totalmente gratuita di mandolino e lingua napoletana. La sostenni economicamente e artisticamente e poi andò avanti sulle proprie gambe. Ebbene, due di quei mandolinisti sono ora diventati Orchestra Italiana. Questo è l’esempio dal quale partire, fare espandere iniziative di questo tipo a macchia d’olio per creare futuro. Un piccolo segmento rischia di restare là e anche fallire. Occorre uno sforzo imprenditoriale e istituzionale. Vorrei che la nostra storia andasse avanti e non scomparisse».

Lo spettacolo “Buon compleanno Luna Rossa” si è aperto proprio con una innovazione: l’uso dell’intelligenza artificiale per fare cantare – come fosse dal vivo – Giorgio Consolini, che fu il primo interprete dell’amatissimo brano 75enne. Lo spettacolo si è infine chiuso con una interpretazione di Raiz.

In tal modo, Eddy Napoli ha lasciato che finalmente “Luna Rossa parlasse di sé” mediante interventi in video, a cominciare da Renzo Arbore che ne fece il cavallo di battaglia del repertorio ancora applauditissimo in ogni continente. Il teatro ha vibrato di una carrellata di indimenticabili canzoni partenopee che dal 1950 a oggi hanno fatto cantare il mondo intero.

E, sopra le note suonate, uno schermo ha ridonato ai presenti in sala i volti più amati di un’epoca in cui la melodia partenopea dominava i repertori di Claudio Villa, Milva, ma anche Frank Sinatra, Ella Fitzgerald e Dean Martin.

Suggestivo il passaggio dalla voce di Eddy Napoli a quella di Sergio Bruni come fosse un solo interprete della indimenticabile “Napule è una”, scritta da De Crescenzo, che arrivò seconda al Festival di Napoli del 1964.

Luna rossa Orchestra, diretta da Peppe Fiscale, con Veronica Simioli e Fabrizio Mandara ad affiancare Eddy Napoli, è stata strepitosa nell’esecuzione dei brani – innumerevoli – proposti a una platea che cantava, batteva le mani, applaudiva e inneggiava ai versi noti e amati.

Poi è venuto il momento dei riconoscimenti ai tanti amici della Canzone napoletana che affollavano il teatro. Dopo due ore e mezza di spettacolo, i presenti non intendevano andare via e ancora ballavano sulle scatenate musiche di Renato Carosone.

Era proprio così che andava festeggiata “Luna Rossa”, come la festa che Napoli porta in giro per il mondo ogni volta che viene eseguita la canzone napoletana, con un filo di voce o con timbro da tenore o da soprano.

 

 

 

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