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06 Novembre 2025 - 08:59
MUGNANO. Un agguato eccellente, destinato a gettare parecchio scompiglio negli ambienti della criminalità organizzata dell’area nord di Napoli. Un commando di sicari è entrato in azione nel primo pomeriggio di ieri a Mugnano. Tre i colpi di pistola da cui è stato centrato Giuseppe Cipressa, alias “Peppaccio”, pezzo da novanta del clan Amato-Pagano da qualche tempo tornato a piede libero. Quando il commando è entrato in azione il ras si trovava all’interno della propria auto e non ha avuto alcuna possibilità di sottrarsi alla pioggia di piombo che gli è stata esplosa contro. Trasportato in gravissime condizioni all’ospedale di Giugliano, il capozona si trova adesso ricoverato in pericolo di vita.
L’imboscata è scattata poco dopo le quindici di ieri. È a quell’ora che i killer, in via Luca Giordano, transitando in sella a una moto hanno esploso tre colpi di pistola all’indirizzo di Giuseppe Cipressa, 64 anni, vecchissima conoscenza delle forze dell’ordine per via dei suoi numerosi precedenti penali, tra cui quello per associazione mafiosa. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Marano di Napoli. Il ras era a bordo della propria auto quando è stato colpito alla clavicola, all’orecchio e al torace per poi essere trasferito all’ospedale di Giugliano in Campania in codice rosso.
Indagini in corso da parte dei carabinieri, che stanno cercando di capire se il momento del raid possa essere stato inquadrato da qualche telecamera di videosorveglianza. Al momento non sarebbero però emersi elementi particolarmente utili alle indagini. L’agguato teso a “Peppaccio” rischia però adesso di innescare una fibrillazione dagli esiti imprevedibili. Cipressa non è infatti un affiliato “qualsiasi”. Per anni considerato uno degli uomini di massima fiducia della capoclan Rosaria Pagano, detta “zia Rosaria”, sarebbe anche uno dei contabili della cosca degli Scissionisti, in particolare della fazione Pagano, egemone proprio nel comune di Mugnano.
Gli inquirenti e investigatori antimafia non escludono al momento alcuna ipotesi, ma allo stato attuale il clan che ormai vent’anni fa dichiarò guerra ai Di Lauro non risulterebbe in contrasto con altre cosche dell’hinterland nord. Tradotto: dietro il tentato omicidio di “Peppaccio” potrebbe celarsi una tensione tutta interna al clan Amato-Pagano. Qualcuno, con cui Cipressa sarebbe entrato di recente in contrasto, potrebbe dunque aver deciso di passare all’azione. Se così fosse, il rischio di una nuova escalation di sangue e terrore nella zona potrebbe diventare ben più che un semplice scenario. L’ultima cattura di Cipressa risaliva all’ottobre del 2019.
Proprio seguendo la droga e i soldi che ruotano attorno alle piazze di Melito i carabinieri erano riusciti a chiudere il cerchio attorno ai responsabili del traffico di “roba”. Il processo scaturito da quell’inchiesta aveva poi portato “Peppaccio ha incassare una condanna a sedici anni di carcere, poi annullata nel 2022 dalla Cassazione. Ieri l’ultimo tragico verdetto.
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