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CAMORRA
08 Novembre 2025 - 09:53
NAPOLI. Nuove ombre si allungano minacciose sull’area nord di Napoli. A pochi giorni di distanza dal ritorno in libertà di Pietro Caiazza, alias “zio Pierino”, esponente di punta del clan Amato-Pagano nelle zone di Melito e Scampia, un’altra scarcerazione eccellente rischia di creare non pochi grattacapi agli investigatori e agli inquirenti dell’Antimafia. Rosario Pecorelli, 64enne padre del boss ergastolano Oscar Pecorelli “’o malommo”, ha lasciato il penitenziario di Secondigliano dopo la recente condanna soft incassata nel rito abbreviato.
Il colpo di scena si è consumato proprio davanti al gip che l’ha processato. Il giudice, accogliendo l’istanza avanzata dopo la sentenza dal suo difensore, il penalista Domenico Dello Iacono, ha deciso di concedere a Pecorelli senior gli arresti domiciliari, ritenendo ormai attenuate le esigenze di custodia cautelare. Già ieri il 64enne, dopo la condanna a tre anni e due mesi, ha così fatto ritorno nella propria abitazione di Miano. La sua scarcerazione rischia però di innescare più di qualche fibrillazione negli ambienti criminali del quartiere, dove tra l’altro già di recente sono avvenuti alcuni gravi fatti di sangue. Rosario Pecorelli era stato arrestato a giugno dello scorso anno nell’ambito della doppia inchiesta con cui polizia e guardia di finanza avevano inflitto un durissimo colpo al clan dei “capitoni”.
Sotto la lente erano finite soprattutto le ultime operazioni finanziarie e commerciali con cui la cosca aveva ripulito il denaro sporco. Operazioni a cinque e sei zeri condotte tramite una serie di articolati escamotage, per sottrarli al controllo del fisco, oltre che dell’autorità giudiziaria:«Però sono contento che sul conto mia moglie, se per esempio guadagna 10, tiene tutti e 10 sul conto, così lei li può dichiarare... sono più contento che la parte tua te la...». E il boss Oscar Pecorelli, strofinando indice e pollice, mimava il gesto dei soldi contanti. Oscar Pecorelli sarebbe stato il finanziatore principale e amministratore insieme a Francesco Battimiello delle società Lta Trasporti Srls e Autotrasporti Grm, nelle quali avrebbero investito somme di denaro di provenienza illecita e agendo in seguito in modo tale da mascherarne l’origine. La seconda società, costituita il 4 febbraio 2023, avrebbe assorbito la prima e gli utili sarebbero stati ripartiti tra Pecorelli e Battimiello.
Non c’era però solo il movimento gomma nella galassia economica del ras. Pecorelli risultava infatti essere anche l’amministratore e finanziatore della ditta Lavanderia Marylù di Rosario Pecorelli, il padre, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali. Reato contestatogli da settembre 2021. Nonostante la pesante accusa formulata a suo carico, a ottobre scorso, grazie all’esclusione dell’aggravante mafiosa, Pecorelli senior è riuscito a cavarsela con una condanna mite, 3 anni e 2 mesi di reclusione, comunque sufficiente a ottenere la scarcerazione anticipata e il beneficio degli arresti domiciliari. Il clan di Miano si ricompatta.
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