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Un’azione abietta che rende più forti

Quando si colpisce l’informazione, quando si tenta di zittire una voce, si mette alla prova la coscienza civile di tutti

Un’azione abietta che rende più forti

Ci sono episodi che, più di altri, lasciano un segno profondo nella vita di una redazione. Da quando dirigo questo giornale, non è la prima volta che mi trovo a fare i conti con qualche gesto disdicevole, con lettere offensive o con attacchi rivolti a me e ai miei colleghi. Fa parte del mestiere, certo: raccontare la realtà, ogni giorno, significa anche esporsi al fastidio di chi preferirebbe il silenzio. Ma ogni volta che accade, la prima reazione non è mai la rabbia. È il confronto, serio e sincero, con chi lavora al mio fianco.

Ci si interroga, si torna sugli articoli, si analizzano i temi trattati, specie quelli più delicati. Si cerca di capire, non per paura, ma per scrupolo professionale. Su alcune vicende si trovano spiegazioni, su altre resta solo il buio. Eppure, la risposta comune è sempre la stessa: non arretrare. Continuare a scrivere, a indagare, a raccontare. Perché la libertà di stampa si difende solo esercitandola. L’episodio dell’assalto al furgone che trasportava migliaia di copie del nostro giornale, di “Metropolis” e del “Sannio” è qualcosa di diverso, e di più grave. Non c’erano pacchi di banconote, ma fogli di carta pieni di lavoro, di idee, di giudizi: il frutto quotidiano del nostro impegno.

E proprio per questo, quel gesto assume un significato inquietante. Le copie non sono state rubate per denaro: sono sparite, forse per cancellare le parole che contenevano, come se si volesse “bruciare” il pensiero, non il bene materiale. Non abbiamo prove, e aspettiamo che siano le autorità a chiarire. Ma non possiamo non cogliere il segnale. Quando si colpisce l’informazione, quando si tenta di zittire una voce, si mette alla prova la coscienza civile di tutti. Ecco perché i tantissimi messaggi di solidarietà ricevuti in queste ore valgono più di ogni inchiesta.

Sono la dimostrazione che la comunità dei lettori comprende e condivide il senso profondo del nostro lavoro. A ciascuno di voi va la nostra gratitudine. Perché ogni parola di vicinanza è una pietra in più nella difesa della libertà, quella vera, che passa ogni giorno per le pagine di un giornale.

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