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11 Novembre 2025 - 09:21
Rosetta Cappelluccio
NAPOLI. Esattamente un anno fa l’incontro con i primi studenti di Napoli, quelli dell’Istituto Ferraioli, che aderirono al progetto Parla. (Prevenzione, Aggressività, Rischi, Legalità, Abusi) e strapparono una promessa alla presidente della Fondazione I figli degli Altri: “Abbiamo bisogno di essere ascoltati direttamente tra le mura scolastiche.” Da quell’incontro è nato, proprio al Ferraioli, il primo Punto Ascolto gestito direttamente dalla Fondazione.
“Il lavoro che abbiamo svolto lo scorso anno negli istituti della Campania – spiega la presidente della Fondazione Rosetta Cappelluccio -, con uno studio mirato di prevenzione al bullismo fisico e cyber che ha coinvolto mille e trecento ragazzi tra i 14 e i 18 anni, – ci ha mostrato numeri e dati da brividi”. Quello che è emerso è che il 90 per cento degli studenti chiede aiuto per le chat pedopornografiche e, circa il 30 per cento, desidera appartenere a una baby gang e, molto spesso, la richiesta è tutta al femminile. Inoltre, il 6,5 per cento dei minori fa parte di una banda, mentre il 16 per cento ha commesso atti vandalici e 3 ragazzi su 10 hanno partecipato ad almeno una rissa. “I dati parlano chiaro, inoltre si avverte negli studenti un enorme senso di vuoto – continua la Cappelluccio” - . I ragazzi hanno bisogno di figure di riferimento sane e, soprattutto, di sentirsi protetti. Ripartiamo ora, nelle scuole, con un nuovo ciclo di incontri di prevenzione al disagio giovanile, alla violenza e ai rischi digitali”.
Il primo appuntamento sarà mercoledì 5 novembre con i ragazzi della scuola Neghelli, seguito da una serie di incontri negli istituti, di Napoli e Caserta: Verga, Caccioppoli e Giordani, per un totale di circa 700 studenti, tra i 14 e i 18 anni. Le modalità di lavoro restano analoghe a quelle dello scorso anno: filmati, questionari anonimi e tavoli di confronto con psicologi e counselor della Fondazione. Le parole chiave del progetto sono privacy e fiducia, condizioni essenziali affinché i ragazzi possano aprirsi e raccontarsi senza paura. Novità di questo nuovo ciclo di incontri sarà l’avvio del progetto anche nelle scuole primarie, con un percorso strutturato di educazione alla regolazione emotiva basato sulla Dialectical Behavior Therapy (DBT), perché la prevenzione parte dai più piccoli.
“L’obiettivo – spiega la Cappelluccio – è duplice: da un lato, promuovere nei bambini, attraverso il gioco, abilità di regolazione emotiva e consapevolezza di sé; dall’altro, offrire agli insegnanti strumenti nuovi per una didattica emotivamente competente.”. La presidente de I figli degli Altri, che è anche autrice del volume “Gestire le sfide emotive e comportamentali del bambino. L’approccio DBT” (Cortina Editore), sottolinea come negli ultimi anni si siano moltiplicati, anche tra i più piccoli, casi di ansia, depressione, ritiro sociale, disturbi alimentari e comportamenti aggressivi. “Gli incontri che faremo con i bambini – prosegue - hanno lo scopo di prepararli alle difficoltà della vita, insegnando loro a riconoscere e regolare le emozioni, capacità che si rafforzano attraverso il gioco, la relazione e la complicità tra alunni.”
La Fondazione I Figli degli Altri, recentemente premiata dalla Società Italiana di Pediatria, continua a lavorare a stretto contatto con chi non riesce a chiedere aiuto, offrendo spazi di ascolto, di protezione e prevenzione. “È un grido d’allarme silenzioso – conclude la Cappelluccio – che appartiene a tutti i nostri figli: dai bambini più piccoli agli adolescenti. È con loro, nelle scuole, che possiamo davvero costruire la prevenzione e restituire, ai ragazzi, la fiducia nel futuro”.
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