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malanapoli
13 Novembre 2025 - 08:30
NAPOLI. Fiumi di droga da Napoli al Vesuviano per imporre l’egemonia del clan Mazzarella, oltre che nel capoluogo, anche nell’hinterland est, ventuno imputati, tra cui il ras Michele Mazzarella, puntano allo “sconto”. Dopo la retata di maggio scorso, entra dunque nel vivo l’iter giudiziario che ha portato alla sbarra capi e gregari della cosca. Ieri mattina il gip Francesca Bardi ha ammesso tutte le richieste di rito abbreviato: scelta processuale che, in caso di condanna, porterà agli imputati una sostanziosa riduzione di pena.
Toccherà dunque nelle prossime udienze al collegio difensivo provare a limitare i danni. Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Domenico Dello Iacono, Leopoldo Perone, Sergio Lino Morra, Giuseppe Milazzo, Immacolata Romano, Luigi Poziello, Mario Terracciano, Antonio Sorbilli e Mariangela Covelli. Il processo riprenderà a dicembre prossimo. Tra i ventuno imputati accusati a vario titolo di camorra, traffico di droga, armi e racket spicca senz’altro il boss Michele Mazzarella, alias “’o fenomeno”, che nonostante la detenzione nel carcere di Siracusa avrebbe continuato a tenere le redini del clan e a organizzare un colossale giro di droga tramite i due gruppi satelliti che avrebbero fatto capo a Rosario De Bernardo, fratello di Vincenzo De Bernardo “’o pisello”, assassinato in un agguato di camorra nel novembre 2015, e Raffaele Anastasio. Le due organizzazioni criminali avrebbero così operato, rispettivamente, a Somma Vesuviana e a Sant’Anastasia, sempre sotto l’egida del clan Mazzarella, che ad oggi eserciterebbero un capillare controllo del territorio.
La prima sarebbe stata dedita alla gestione del traffico di droga e alla distribuzione dello stupefacente in varie piazze di spaccio, e disporrebbe di mezzi, uomini e armi; la seconda, avrebbe operato formulando una serie di richieste estorsive ai danni di imprenditori e commercianti della zona, per poter sostenere i propri affiliati: nel mirino sarebbero finite in particolare tre società attive nel settore delle energie rinnovabili, nell’autonoleggio e nei servizi di onoranze funebri. Le indagini condotte dai carabinieri erano state svolte soprattutto grazie a una fittissima serie di intercettazioni telefoniche e ambientali e si sono focalizzate per tutto il 2024 sul giro di spaccio di stupefacenti gestito dal gruppo De Bernardo, attivo nel Parco Fiordaliso di via San Sossio, nel comune di Somma Vesuviana.
Il clan avrebbe smerciato droghe di ogni tipo: dalla cocaina al crack, dalla marijuana all’hashish. I promotori della holding sono stati inquadrati dalla Dda in Michele Mazzarella, Salvatore Di Caprio, Salvatore Giannetti e Fabio Annunziata. Gli organizzatori sarebbero stati invece Clemente Correale, Rosario De Bernardo e Carmela Miranda, i quali avrebbero gestito le piazze. Con l’affermazione del gruppo De Bernardo si sarebbe poi creata una sorta di “alleanza delle piazze”, per la quale tutti i pusher di spicco doveva rifornirsi dal clan Mazzarella.
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