Speciale elezioni
L'inchiesta
17 Novembre 2025 - 12:29
Un candidato alle elezioni amministrative di Monteforte Irpino (Avellino) è stato arrestato per la gestione di un centro scommesse, mentre esponenti della maggioranza a Cicciano e di opposizione a Casamarciano avrebbero accettato l'accordo con il clan Russo, per procacciare voti.
È quanto emerge dalle indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna (colonnello Paolo Leoncini, maggiore Andrea Coratza) con il supporto del Comando Provinciale di Napoli (generale Biagio Storniolo) e coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli (procuratore Nicola Gratteri, aggiunto Sergio Ferrigno, sostituto Henry John Woodcock) che hanno portato all'esecuzione di 44 ordinanze di custodia cautelare (34 in carcere, 10 ai domiciliari) reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata all'esercizio abusivo di giochi e scommesse, estorsione, tentata estorsione, aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare i clan Licciardi e Russo, oltre che di scambio elettorale politico-mafioso.
GRATTERI: «RAMPOLLO DEL CLAN LAUREATO IN INGEGNERIA, ESTORSIONI ATTRAVERSO CONSULENZE»
«Uno dei rampolli della famiglia Russo si è laureato in Ingegneria su una università online e ha cominciato a lavorare in uno studio professionale, cambiando il metodo dell'estorsione». Lo ha detto il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, illustrando alcuni dettagli dell'inchiesta.
Lo studio professionale dove lavorava Russo junior «imponeva una consulenza, un progetto, un'estorsione attraverso qualcosa di più sofisticato. Una famiglia di camorra di serie A» l'ha definita Gratteri, parlando del clan di camorra egemone nell'area tra Nola e dintorni.
«È stata una indagine importante e difficile, non scontata, ma complessa. Elemento di novità vede il clan Russo di nuovo collegato al clan Licciardi, ad evocare le guerre sanguinarie di tanti anni fa».
Attraverso questa inchiesta - ha detto Gratteri - si è aperto «uno scenario importante nelle dinamiche e nel livello qualitativo criminale delle mafie. I Licciardi si rivolgono ai Russo per controllare il recupero crediti e le estorsioni» ai danni di agenzie di scommesse collegate al sistema illegale da loro realizzato, ma presenti nel Nolano.
CANDIDATI ELETTI CON I VOTI CLAN, ESTORSIONE IMPOSTA ANCHE AD ADDETTO DELLA CURIA
Alcuni candidati che avrebbero accettato l'accordo economico con il clan Russo in cambio di voti «sono stati eletti». E anche la Curia di Nola si sarebbe piegata indirettamente ai metodi del clan Russo. È quanto confermato dal maggiore Andrea Coratza, comandante del nucleo investigativo di Castello di Cisterna che ha condotto le indagini coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli. Alcuni amministratori indagati sono stati eletti a Cicciano in maggioranza, mentre a Casamarciano all'opposizione.
A Nola, invece, si sarebbe verificato un altro episodio particolare, denunciato dall'allora dirigente dell'Ufficio Tecnico comunale. L'episodio si inserisce in alcuni atti intimidatori registrati nel corso delle indagini. La dirigente «è stata intimidita su alcune pratiche edilizie di interesse del clan Russo. Non è stata avvicinata direttamente da affiliati al clan - ha sottolineato il maggiore Coratza - ma da un ex politico locale, che le aveva detto di fare attenzione a come si comportava».
L'Agro nolano è un territorio apparentemente tranquillo, «dove nessun imprenditore ha denunciato di aver subito estorsioni, perché il clan Russo ha provato a ripulirsi, alzando il livello con un'attività più raffinata». Attualmente convivono le due anime del clan.
«Una parte ancorata alle vecchie tradizioni, quella moderna capeggiata da un rampollo laureato in Ingegneria che aveva cambiato le modalità di estorsione» che avvenivano attraverso la sua assunzione in uno studio professionale, grazie al quale «imponeva progetti, consulenze o intermediazioni. Gli imprenditori erano disposti ad accettare proposte di affari, bastava il cognome».
«Anche la Curia di Nola ha fatto le spese - ha sottolineato l'investigatore - poiché un addetto alle vendite della Curia avrebbe indirizzato a vendere un terreno ad una società anziché ad un'altra».
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