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Appalti in ospedale e clan, condanna e reati prescritti

Tredici anni a imprenditore e assoluzioni per gli altri

Appalti in ospedale e clan, condanna e reati prescritti

Dopo ben otto anni di dibattimento si è concluso con la condanna dell'imprenditore Riccardo Lama, a 13 anni di reclusione, il cosiddetto processo "Kuadra" (dal nome della società di pulizie coinvolta), celebrato davanti alla prima sezione penale (collegio B, presidente Maria Armonia De Rosa) del tribunale di Napoli sulle presunte infiltrazioni del clan Lo Russo negli appalti all'ospedale Cardarelli di Napoli.

L'imprenditore è stato ritenuto colpevole, in primo grado, di associazione a delinquere di stampo mafioso in concorso con il clan Lo Russo. Pur riconoscendone la sussistenza dei reati - per la maggior parte contro la pubblica amministrazione - contestati dalla Procura di Napoli (pm Henry John Woodcock) la sentenza ha visto anche l'improcedibilità nei confronti degli altri imputati per intervenuta prescrizione.

Infine ci sono state le assoluzioni "perché il fatto non sussiste" e "per non avere commesso il fatto". Per le stesse vicende, nel 2019, sono stati condannati dalla Corte di Appello di Napoli (V sezione), il boss Vincenzo Lo Russo e Antonio Festa a cui, in primo grado, vennero comminati otto anni di carcere.

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