Speciale elezioni
Centrodestra
22 Novembre 2025 - 07:48
Cirielli e Giuli
NAPOLI. Lo schiocco di dita è arrivato all’improvviso, come un taglio di scena. Alessandro Giuli lo ha fatto davanti alle telecamere, seduto accanto a Edmondo Cirielli, per spiegare quanto sia immediato il sostegno del Governo ai progetti per la Campania. «Se fa così», ha detto il ministro della Cultura, «ottiene tutto».
Una fotografia nitida del finale di campagna elettorale, con il centrodestra deciso a rivendicare una filiera diretta tra la Regione e l’esecutivo.Giuli ha definito Cirielli «la personificazione della cultura di governo», sottolineando che il candidato del centrodestra «vive nel tessuto politico della cultura di governo nazionale da decenni».
Una credibilità, ha spiegato, che gli consentirebbe di ottenere «il massimo sostegno dal Governo romano» perché «i suoi progetti non sono soltanto i progetti di un candidato, ma parte della visione strategica del Governo Meloni per l’Italia intera».
Il ministro ha tracciato un bilancio del lavoro svolto negli ultimi due anni, attribuendo all’esecutivo e al ruolo di Cirielli un peso decisivo nei risultati culturali raggiunti dalla Campania.
«Napoli è diventata la capitale della cultura mediterranea e della diplomazia culturale del Mediterraneo», ha detto, ricordando il G7 della Cultura, il dialogo a Palazzo Reale con Madame Azoulay dell’Unesco e l’iscrizione delle Domus de janas tra i patrimoni immateriali. «Il caso non esiste. Questo è un momento d’oro per la Campania, frutto di una visione politica e del nostro amore per queste comunità».
Giuli ha spinto oltre il ragionamento, sostenendo che dal 2022 «esiste di fatto un governatore ombra», e che questo governatore sarebbe proprio Cirielli: «Un presidente già all’opera, sostenuto da un Governo che lo considera centrale nell’azione pubblica per l’Italia e per questa Regione».
Una definizione destinata a diventare uno dei passaggi più citati della giornata. La conferenza ha assunto toni più politici quando il ministro ha attaccato il candidato del centrosinistra. «Voi affidereste una Regione a un esponente di secondo piano di un movimento che ha sgovernato l’Italia, procurando un buco di bilancio che voi, noi e i nostri figli dovranno ripianare nel tempo? Io no», ha detto Giuli riferendosi a Roberto Fico.
«Io mi affiderò a una persona che governa l’Italia e induce noi tutti a occuparci della Campania, a metterla al centro dell’azione pubblica, politica, economica, sociale e culturale del Paese». Cirielli, da parte sua, aveva già criticato il comizio conclusivo dell’avversario: «Dal pubblico mi sembrava più un campo stretto che un campo largo», aveva detto, sostenendo che nella campagna del centrosinistra «non si è parlato della Regione, ma solo del Governo».
Il viceministro ha ribadito i nodi irrisolti: «Sanità, lavoro e disoccupazione, politiche sociali, trasporti pubblici: siamo ultimi in tutto». . Un passaggio rilevante è stato dedicato al Teatro San Carlo, dopo giorni di polemiche sulla nomina del sovrintendente Fulvio Adamo Macciardi. «Non c’è nessuno strappo da ricucire con il sindaco Manfredi», ha assicurato Giuli.
«La cosa bella della politica è che quando si vuole essere gentiluomini ci si siede uno accanto all’altro e si lavora. Ci conosciamo, abbiamo pranzato insieme». Sul ricorso pendente al Tar, il ministro ha spiegato che «la lungimiranza del sindaco Manfredi lo ha indotto a formalizzare la nomina, mettendo Macciardi nelle condizioni di lavorare».
Il finale della conferenza è stato affidato a un messaggio diretto alla platea: «Quello che faremo nei prossimi anni sarà parte della stessa visione strategica. La Campania può tornare protagonista se torniamo a lavorare insieme». Nel centrodestra, lo schiocco di dita di Giuli è già diventato la metafora del rapporto che il ministro immagina tra la Regione e il Governo in caso di vittoria di Cirielli.
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