Speciale elezioni
L'ordinanza
22 Novembre 2025 - 07:54
NAPOLI. La stretta del Comune di Napoli sulla movida del Centro Storico regge il primo esame giudiziario. Il Tar Campania ha respinto il ricorso cautelare presentato da otto esercenti, confermando la piena validità dell'ordinanza sindacale emessa il 4 novembre scorso dal sindaco Gaetano Manfredi.
L'ordinanza, in vigore per due mesi nelle zone a ridosso di piazza del Gesù, via Domenico Capitelli, vico Quercia, via Nina Moscati e vico Cisterna dell'Olio, era stata adottata con l'obiettivo di assicurare la tutela della tranquillità e del riposo dei residenti. Il provvedimento, che rischia di tracciare una linea di non ritorno nella regolamentazione del fenomeno, prevede diverse misure restrittive.
Tra le disposizioni principali, vi è il divieto di vendita e somministrazione per asporto di bevande alcoliche e analcoliche dalle ore 22 alle ore 6, oltre alla chiusura anticipata degli esercizi commerciali fissata a mezzanotte e mezzo dalla domenica al giovedì e alle ore 1,30 il venerdì e sabato, con una tolleranza di trenta minuti per la sistemazione degli spazi. L'Amministrazione ha giustificato l'ordinanza come un tentativo di garantire un equilibrio tra le esigenze di socialità e il diritto al riposo, intensificando contestualmente i controlli e il monitoraggio acustico.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha respinto il reclamo degli esercenti sostenendo che il danno da loro lamentato è principalmente di natura patrimoniale, riducendosi alla «prospettata mera riduzione degli introiti nel periodo prenatalizio». Per il Tar, tale danno non costituisce un motivo di «estrema gravità e urgenza» tale da giustificare una tutela cautelare immediata.
La trattazione collegiale della questione è stata fissata per la camera di consiglio del prossimo 16 dicembre. Nonostante la conferma da parte del Tribunale, l'ordinanza è stata duramente criticata da Confesercenti Napoli e Campania. Il presidente Vincenzo Schiavo ha definito il provvedimento «sbagliato», ritenendo che esso contragga l'economia delle attività commerciali e che la soluzione ai problemi di ordine pubblico non debba ricadere sugli imprenditori.
Schiavo ha già denunciato le gravi ripercussioni economiche per le attività, auspicando la ricerca di soluzioni condivise, come l'ampliamento delle zone commerciali in aree diverse, quali il Porto o il Centro direzionale, per offrire nuovi spazi di intrattenimento notturno.
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