Speciale elezioni
L'operazione
22 Novembre 2025 - 08:08
Nella foto il blitz messo a segno dai carabinieri nel campo rom; nel riquadro uno dei cani salvati dai militari dell’Arma
NAPOLI. Ci potrebbe essere lo zampino dei clan di camorra nel ritrovamento nel campo rom di Poggioreale di alcuni droni, da utilizzare poi per far recapitare droga e cellulari ai detenuti del carcere vicino. Per il momento è solo un’ipotesi, ma si fonda su fatti concreti: si sono verificati più volte dei lanci in zona e l’ultimo tentativo, a vuoto, finì clamorosamente: gli oggetti volanti con il materiale trasportato terminarono la corsa nei pressi della Torre A del tribunale di Napoli.
Una vicenda inquietante avvenuta tra l’8 e il 9 ottobre scorsi, su cui sta indagando la Procura ordinaria di Napoli, coordinando il lavoro dei commissariati Palazzo di giustizia e Vasto-Arenaccia. Si verificarono due lanci di droni fuori bersaglio, entrambi di notte a distanza di 24 ore e diretti presumibilmente al carcere di Poggioreale. Uno dei velivoli terminò la corsa a circa 50 metri dalla Torre A del tribunale al Centro Direzionale mentre un filo di ferro trasportato dall’altro drone si era incastrato all’undicesimo piano dello stesso edificio.
In quest’ultimo caso all’istituto penitenziario sarebbero dovuti arrivare un telefono cellulare e sostanza stupefacente, trovati e sequestrati. C’è un collegamento tra quei due episodi e il sequestro di ieri compiuto dai carabinieri nel campo rom via Grimaldi? Non si sa, ma qualche esperto investigatore si pone la domanda.
I controlli minuziosi dei carabinieri nel campo rom di Poggioreale non hanno portato soltanto al sequestro di droni, ma anche di pannelli fotovoltaici e rame. Nel corso dell’operazione i militari dell’Arma hanno pure salvato due cani in pericolo: uno incatenato e molto sofferente; l’altro rinchiuso in una baracca in pessime condizioni igieniche.
A entrare in azione sono stati i carabinieri forestali con i colleghi della compagnia Napoli Poggioreale. Nell’accampamento del quartiere Poggioreale è stato possibile, grazie alle competenze specifiche dei militari forestali, agire nell’ambito della sicurezza ambientale, ma non solo.
Così, è stata trovata e sequestrata merce elettronica per un valore complessivo di 10mila euro: una decina di droni, pannelli solari, luci led e telecamere che erano ammassati all’interno di una baracca di circa 20 metri quadrati. Sequestrate anche ben 30 tonnellate di cavi elettrici in rame, l’oro rosso che nel mercato nero vale moltissimo.
Durante i controlli una persona è stata denunciata per maltrattamento di animali. Una 38enne aveva infatti la disponibilità di un pitbull incatenato. L’animale è stato affidato alle cure dell’Asl veterinaria. Mentre un altro cane, un meticcio, è stato invece trovato in pessime condizioni igienico sanitarie, rinchiuso in una baracca dismessa.
Anche di quest’ultimo si prenderanno cura i medici dell’Azienda sanitaria locale. Complessivamente i carabinieri hanno identificato 54 persone, di cui 13 già note alle forze dell’ordine. Infine, sono stati dieci i veicoli privi di assicurazione, cannibalizzati o in stato di abbandono che sono stati rimossi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo