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Regionali in Campania
24 Novembre 2025 - 21:35
È finita molti a pochi anche in Campania. Nella regione che doveva essere quella contendibile di questa seconda tornata elettorale d'autunno, Roberto Fico sbaraglia la concorrenza, soprattutto quella del governo.
Non a caso, ai primi exit poll, tutti i leader del campo progressista, da Elly Schlein a Giuseppe Conte, passando per Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni e arrivando fino a Riccardo Magi, si mettono in viaggio per Napoli: vogliono stare vicino all'ex presidente della Camera, ma soprattutto vogliono intestarsi la vittoria nella città e nella terra in cui la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva fatto i suoi saltelli, e non solo.
La foto di famiglia del campo progressista, evitata nella chiusura della campagna elettorale, oggi c'è: tutti i capi partito si stringono a Fico sul palco allestito al comitato elettorale.
«Abbiamo lavorato senza mai essere contro, ma sempre cercando di costruire - dice dal palco del comitato elettorale il successore in pectore di Vincenzo De Luca a palazzo Santa Lucia -. Per il centrodestra invece sono arrivati tutti i ministri, hanno inquinato un po' i pozzi con insulti e hanno fatto diventare questa campagna elettorale nazionale. Hanno investito tutto per bloccare la nostra coalizione hanno lavorato per farci perdere, invece oggi noi abbiamo vinto in modo netto, abbiamo vinto con uno scarto importante e soprattutto con l'unione della nostra coalizione».
Tanto che, sentenzia sempre Fico, «questa maggioranza batte il governo Meloni». Persino sull'autonomia differenziata. I quasi venti punti di distacco in Campania e i quasi trenta in Puglia rappresentano per l'esponente del Movimento 5 stelle un altro forte segnale dei cittadini del Sud a una riforma che vuole spaccare l'Italia.
«Noi crediamo che l'Italia sia una, come dice la nostra Costituzione, indivisibile. Ed è questo che costruiamo da qui. Sono convinto che tante persone del Nord la pensano esattamente così», spiega ancora in maniera netta Fico.
La nota stonata, però, c'è. Ed è rappresentata ancora una volta dall'affluenza, che in Campania si è fermata al 43,65%, poco meno di 14 punti sotto rispetto alle elezioni del 2020, in cui però le consultazioni elettorali erano state abbinate al referendum costituzionale confermativo sul taglio dei parlamentari, e De Luca doveva (e aveva) capitalizzato la sua gestione dell'emergenza Covid. Fico comunque sarà il presidente di tutti, di chi l'ha votato, di chi non l'ha fatto, e anche di chi ha perso la fiducia nella politica: parola sua.
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