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CENTRODESTRA
25 Novembre 2025 - 07:35
NAPOLI. A Roberto Fico ha fatto gli auguri di buon lavoro, «amando la mia terra». Edmondo Cirielli (nella foto) commenta la netta sconfitta con parole misurate, sforzandosi di guardare agli elementi positivi. «Avremmo voluto fare meglio - premette il candidato del centrodestra-. Il risultato di Fdi è soddisfacente. Prendiamo atto che rispetto alle ultime regionali abbiamo raddoppiato il risultato passando dal 18 al 37%, almeno questo secondo le proiezioni».
Nella prima analisi del voto, il viceministro rileva «che in Campania quelli che hanno votato hanno premiato la continuità, al netto non c'è stato un grande interesse per i programmi e temi, hanno prevalso le forza amministrativa dei candidati e delle amministrazioni che li sostenevano. È mancato il voto di opinione».
Insomma, per Cirielli «non bisogna dare né un giudizio negativo» del risultato «perché i numeri del centrosinistra sono al ribasso rispetto alle loro ultime elezioni regionali ed europee», né «positivo: è una votazione amministrativa dove il dato politico nazionale ha contato poco».
A conferma di ciò, «se si va a vedere i comuni a macchia di leopardo, ci sono comuni dove io vinco col 60% e altri dove perdo col 70-30%, per cui non è che da una parte sono di centrodestra e da una parte sono di centrosinistra, c'è un rapporto con quei sindaci e anche coi candidati consiglieri regionali che nelle elezioni al Sud hanno una valenza».
E sul suo futuro - ancora al ministero degli Esteri da vice di Tajani o in consiglio regionale come capo dell’opposizione -, l'esponente di Fratelli d'Italia non scioglie la riserva: «Sono un soldato. Ho già detto che sono stato nominato dal Consiglio dei ministri e dal presidente del Consiglio e quindi saranno loro a valutare cosa è meglio fare».
Il senatore di Fratelli d'Italia, Antonio Iannone, coordinatore regionale del partito, commenta: «Mi sembra che il voto d'opinione, anche per effetto dell'astensione molto alta che c'è stata, non ha prevalso sul voto di apparato dove non c'era assolutamente proporzione. Il 56% di astensione va analizzato credo anche alla luce delle fenomenologie territoriali, perché la tendenza è nazionale. In Toscana dove tradizionalmente c’è stata sempre un'affluenza superiore alle regioni meridionali si è fermata al 47,7, in Campania siamo al 44,4, quindi la tendenza sarebbe in linea con quelle che erano le tendenze nazionali».
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