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Rapiti e pestati a sangue dal clan, il ras Nicola Rullo verso la stangata

Entra nel vivo il processo sul duplice sequestro di persona a scopo estorsivo

Rapiti e pestati a sangue dal clan, il ras Nicola Rullo verso la stangata

Nei riquadri gli imputati Nicola Rullo, Maria Rullo, Carlo Di Maio, Giuseppe Moffa, Armando Reginella e Gabriele Esposito

NAPOLI. La costola del clan Contini capeggiata dal boss Nicola Rullo, alias “’o nfamone”, corre spedita verso una possibile stangata giudiziaria. A vario titolo accusati di aver preso parte a un sequestro di persona a scopo di estorsivo, con tanto di pestaggio, i dieci imputati, tra cui il ras, rischiano di andare incontro a una sfilza di condanna per un ammontare di oltre un secolo e mezzo di carcere.

Questa è stata infatti la richiesta avanza ieri dal pm Converso dalla Dda, che ha invocato il pugno duro, 20 anni a testa, soprattutto per i capi e promotori della cosca del Vasto-Arenaccia. Queste nel dettaglio le richieste di pena avanzate nell’udienza di ieri dalla Dda: Nicola Rullo, 20 anni; Giuseppe Moffa, 20 anni; Gabriele Esposito, 20 anni; Ciro Carrino, 15 anni; Carlo Di Maio, 20 anni; Assunta Giuliani, 4 anni e 6 mesi; Salvatore Pisco, 20 anni; Giovanni Giuliani, 15 anni; Maria Rullo, 14 anni; Armando Reginella, 15 anni. Depositata le requisitoria, il processo riprenderà a dicembre, quando inizieranno le discussioni del collegio difensivo, composto dai penalisti Leopoldo Perone, Domenico Dello Iacono, Roberto Saccomanno, Andrea Imperato, Raffaele De Rosa, Angelo Riccio, Claudio Botti, Fabio Visco, Ivan Filippelli, Antonio Del Vecchio e Vincenzo Strazzullo.

Tornando all’inchiesta culminata negli arresti scattati nell’autunno 2024, nel mirino del clan erano finiti due imprenditori: Pietro Gagliotta e il padre Carlo Gagliotta. Dal primo, in particolare, la cosca avrebbe preteso la consegna di 375mila euro per un debito che sarebbe stato contratto con Marcello Madonna, adesso imputato nel dibattimento.

Quello che ne scaturì, tra il 26 e il 27 settembre dello scorso anno, fu un feroce duplice sequestro di persona. Il primo a essere rapito fu Pietro Gagliotta, attirato con una trappola in un appartamento di via Nuova del Campo, nel quartiere Poggioreale, e rapinato di telefono, carta di credito e 1.070 euro.

Il pestaggio sarebbe poi iniziato con l’arrivo in casa del boss Rullo, che dopo aver minacciato la vittima, l’avrebbe più volte colpita prima con un martello e poi con un sampietrino. A questo pestaggio avrebbe preso parte anche Gabriele Esposito, mentre nell’immobile, risultato nella disponibilità di Assunta Giuliani, erano presenti anche altre persone, tra cui Salvatore Pisco e Armando Reginella.

A dare l’appuntamento alla vittima sarebbe stato Marcello Madonna. Poi è arrivato nell’abitazione anche il padre del commerciante e pure a lui vennero rivolte minacce e violenze, persino con un colpo di martello al petto. In seguito Carlo Gagliotta, ormai ridotto a una maschera di sangue fu trasferito a Castel Volturno, all’interno del Parco Fontana Bleu, dove fu medicato.

A tarda notte, intorno all’1,30, la fine dell’incubo, con la vittima scaricata davanti il pronto soccorso del Fatebenefratelli. Moffa e De Tommaso avrebbero svolto il ruolo di vedette, mentre Reginella, Maria Rullo e Pisco avrebbero assistito alle fasi finali del rapimento.

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