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La denuncia

«Ufficio decessi chiuso, a Napoli vietato morire a Natale e Capodanno»

L'impresario funebre Tammaro: «Esistono strumenti digitali e organizzazioni del lavoro smart che permetterebbero di superare l'impasse della consegna fisica»

«Ufficio decessi chiuso, a Napoli vietato morire a Natale e Capodanno»

NAPOLI. «In attesa dell'ordinanza sui fuochi d'artificio, sappiamo già una cosa: a Napoli sicuramente è vietato morire a Natale e Capodanno». Così Gennaro Tammaro, impresario funebre napoletano, commenta la decisione dell'amministrazione comunale di tenere chiuso l'Ufficio decessi il 25 dicembre 2025 e il 1° gennaio 2026.

«Ancora una volta - spiega il noto impresario funebre - il Comune di Napoli agisce non tenendo conto del fatto che i decessi difficilmente si programmano. Del resto, lo sanno tutti che è preferibile non morire nei giorni rossi in calendario. A Natale e Capodanno è giusto stare tutti a casa… compresi i morti».

Nella pratica, la scelta di chiudere l’Ufficio in questione si traduce nell'impossibilità di fare funerali nei tempi consueti se, ad esempio, il decesso dovesse registrarsi già nelle ultime ore del 23 e del 30 dicembre, stante la necessaria attesa delle 16 ore per poterlo poi dichiarare (atto necessario per poter poi proseguire con il rito funebre e con la tumulazione, l'inumazione o la cremazione).

«Sono anni che denunciamo a fasi alterne tale situazione», ribadisce amaramente Tammaro. «L'amministrazione cittadina continua a credere, non sappiamo per quale logica, di poter gestire l'ufficio decessi come un qualsivoglia sportello volto a ricevere documenti. Non è così, e il fatto che il Comune ci provi lo stesso ad ogni occasione diventa lesivo della dignità delle famiglie, già esposte a incredibile sofferenza, che in momenti così dolorosi devono affrontare anche una burocrazia a dir poco squinternata».

«Ci rivolgiamo direttamente ai dirigenti e alle istituzioni, sperando non siano troppo presi dalla politica regionale: esistono strumenti digitali e organizzazioni del lavoro smart che permetterebbero di superare l'impasse della consegna fisica. C'è bisogno solo della volontà di voler cambiare le cose, che purtroppo ancora una volta non vediamo», conclude Tammaro.

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