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il rapporto agenas
03 Dicembre 2025 - 08:52
NAPOLI. C'è chi, stanco di aspettare, va via prima di poter essere visitato e chi arriva ad attese che superano le 8 ore prima di essere preso in carico. Succede con particolare frequenza in diversi pronto soccorso italiani. E un nuovo confronto tra le principali strutture del Paese mette in luce le criticità del sistema dell'emergenza. Da un'elaborazione dei dati Agenas pubblicata da “Quotidiano Sanità» emerge una sorta di mappa degli ospedali più in difficoltà su questo fronte. Le analisi sono suddivise tra ospedali universitari e ospedali generali, e mostrano riporta il focus online una situazione disomogenea, ma con trend ricorrenti: i territori più in difficoltà si concentrano soprattutto nel Mezzogiorno e in alcune grandi aree metropolitane. Nel settore degli ospedali non universitari emergono valori molto alti di abbandono prima della visita medica.
A Palermo, per esempio, il Pronto soccorso del Riuniti Villa Sofia-Cervello arriva al 24,7%, seguito da quello Dei Colli di Napoli con il 23,1%. Sopra il 15% anche il Vico Benfratelli di Palermo (18,2%) e il Garibaldi di Catania (15,6%). Valori significativi riguardano anche Cardarelli di Napoli (12,8%), Mauriziano di Torino (12,5%), Brotzu di Cagliari (11,5%). Tra le grandi strutture del Centro-Nord, numeri meno allarmanti, ma comunque rilevanti si registrano al Papa Giovanni XXIII di Bergamo (9,9%), al San Giovanni Addolorata di Roma (9,3%) e al San Camillo Forlanini, sempre nella Capitale, con il 9,2%. Il dato più basso è al Santa Maria di Terni che si ferma allo 0,3%.
Anche fra gli ospedali universitari si rileva una situazione variabile. Il pronto soccorso con il tasso più alto di abbandoni è il Giaccone di Palermo, dove raggiungono il 18,8%. Seguono: Tor Vergata (Roma) al 15,7%, Martino di Messina al 13,3%, Cagliari all'11,8%, Riuniti di Foggia all'11,6% e Sant'Andrea (Roma) al 10,9%. Tra le strutture con meno abbandoni: Padova (1,0%), San Matteo di Pavia (1,2%) e Verona (1,9%), che rappresentano i casi di maggiore efficienza. C'è poi il parametro che considera la percentuale di accessi al pronto soccorso che comportano tempi di permanenza pari o superiori a 8 ore. Negli ospedali non universitari, anche qui è il Riuniti di Palermo al primo posto con il 20,7%, seguito dal Cardarelli di Napoli con il 20,4%. Significa che 1 paziente su 5 attende oltre 8 ore in queste strutture.
Tra le grandi strutture lombarde, il Niguarda di Milano appare in coda alla classifica, con una quota minore il 7,4% di accessi con tempo di attesa maggiore o uguale a 8 ore. E il dato più basso, 1%, si registra agli ospedali di Padova e San Carlo di Potenza. Il quadro degli ospedali universitari vede Tor Vergata raggiungere il 25,2% di pazienti (1 su 4) con permanenza oltre le 8 ore, il valore più alto in assoluto tra tutte le strutture considerate. Seguono: Sant'Andrea Roma 23,6%, Cagliari 23,1%, Giaccone di Palermo 21,9%, Careggi Firenze 18,5%, Maggiore della Carità di Novara 18,2%. Chiudono la classifica con i valori più contenuti Padova (2,9%) e Renato Dulbecco di Catanzaro (4,6%).
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