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Medicina
04 Dicembre 2025 - 15:01
«Gli esiti che arrivano da tutta Italia dimostrano che avevamo ragione: il nuovo sistema di accesso alla facoltà di Medicina, basato sul cosiddetto semestre filtro, sta solo peggiorando le cose. I primi dati diffusi a livello nazionale mostrano percentuali di bocciature altissime, soprattutto nella prova di fisica, con tassi di idonei in alcuni atenei inferiori al 10% e il rischio concreto che, a gennaio, il numero di studenti che avranno superato tutte le prove sia addirittura inferiore ai posti disponibili. Una dinamica che non risparmia il Mezzogiorno e che, se confermata, avrà ricadute pesantissime anche per gli atenei campani e per il fabbisogno futuro di medici nella nostra regione».
Lo dice Bruno Zuccarelli, presidente dell'Ordine dei Medici-Chirurghi ed Odontoiatri di Napoli e provincia. Per l'Ordine di Napoli il nuovo meccanismo selettivo rischia di essere insieme «iniquo e miope. Iniquo, perché chi ha i soldi per una facoltà privata può accedere con il vecchio test. Quello nuovo, resta invece sbilanciato su discipline come fisica, con un livello di difficoltà così elevato e poco aderente alle competenze realmente necessarie per formare buoni medici, finisce per premiare solo chi proviene da contesti scolastici più forti e da famiglie in grado di sostenere percorsi di preparazione costosi. Miope, perché in una regione come la Campania, già segnata da una gravissima carenza di medici di medicina generale, specialisti ospedalieri e professionisti dell'emergenza-urgenza, ridurre drasticamente il numero degli studenti ammessi significa compromettere l'assistenza dei prossimi anni».
Per l'Ordine dei medici di Napoli, il problema «non è la necessità di una selezione - ritenuta legittima e doverosa per evitare il problema della pletora medica e garantire la qualità della formazione - ma il modo in cui viene realizzata».
«Non si può ribaltare da un anno all'altro il sistema di accesso, dopo l'abolizione del numero chiuso nazionale, scaricando sugli studenti e sulle loro famiglie il peso di scelte politiche e organizzative non meditate - prosegue Zuccarelli -. Si è eliminato un sistema che presentava delle criticità sostituendolo con uno che sembra concepito più per “fare fuori" che per selezionare chi ha talento, motivazione e capacità di studio».
Il rischio, per la Campania, è duplice: «da un lato posti vacanti nelle facoltà di Medicina di Napoli e dell'intera regione, dall'altro la prospettiva di un ulteriore impoverimento del Servizio sanitario regionale, già sotto pressione per l'onda lunga dei pensionamenti, la fuga verso altre regioni e all'estero, la difficoltà a coprire i turni nei pronto soccorso, nei reparti e nella medicina territoriale».
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