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L’OPINIONE
05 Dicembre 2025 - 08:56
Si chiama “Panorama delle pensioni”, ed è un report elaborato annualmente dall’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. L’edizione 2025 sottolinea come l’invecchiamento della popolazione sia un fenomeno comune a quasi tutti in Paesi, pur con differenze vistose. Nel 2000, in media, nei Paesi Ocse c’erano 22 over 65 per ogni 100 persone in età lavorativa (20-64 anni). Nel 2025 siamo giunti a una media di 33 anziani, nel 2050 si dovrebbe arrivare addirittura a 52.
In questo scenario preoccupante, l’Italia sta messa anche peggio, per una ragione in particolare: la forte tendenza alla denatalità. Per questo motivo, fa parte delle nazioni per cui l’Ocse prevede un forte innalzamento dell’età pensionabile, fino a settant'anni e oltre. La diminuzione graduale dei giovani è aggravata dalla migrazione intellettuale di molti di loro verso altri Paesi.
Sarà dunque sempre più difficile salvaguardare l’equilibrio dei conti pubblici. La questione è come faranno lavoratori in costante diminuzione a finanziare un numero crescente di pensionati caratterizzati, fortunatamente, da un tasso di longevità superiore a quello di decine di anni fa.
La verità è che non basterà bloccare i pensionamenti fino a settant’anni. Si dovrà cercare, attraverso misure incentivanti, di arrestare la tendenza italiana a fare sempre meno figli. Bisognerà mettere in campo interventi per favorire l'occupazione eassicurare flussi consistenti di immigrazione regolamentata. Si dovrà saper distinguere tra la politica di freno agli ingressi clandestini e la necessità di tante imprese di avvalersi di personale in grado di svolgere attività non più coperte dall’offerta di lavoro locale.
Occorrerà, inoltre, aumentare la produttività attraverso strumenti agevolativi che facciano nuovamente decollare l'investimento delle imprese in innovazione.
Per fare questo e altro, bisognerà che i partiti di entrambe le coalizioni producano ipotesi di soluzione realistiche e non basate sull'intento di acquisire consensi elettorali a buon mercato. La demagogia ha il respiro corto, provenga da destra o da sinistra.
È giunta l'ora della responsabilità, si deve prenderne atto per intervenire tempestivamente e impedire che ‘salti il banco’. Sotto questo profilo, che è in fin dei conti uno dei versanti attraverso cui si misura la sostenibilità dello sviluppo, bisognerà guardare necessariamente al Mezzogiorno dove, visti i bassi tassi di occupazione, ci sono margini di crescita molto maggiori che in altre aree dello Stivale.
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