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l'intervento

Micro comunità solidali per aiutare gli ultimi

Le periferie di Napoli non sono solo spazi fisici ai margini del tessuto urbano, ma veri e propri crocevia di esperienze esistenziali

Micro comunità solidali per aiutare gli ultimi

L’appello che la Mensa dei poveri di Napoli ha lanciato qualche giorno fa non può lasciarci indifferenti e la Cisl ha risposto coinvolgendo i ragazzi e le ragazze dell’ associazione Giovani che hanno preparato e consegnato i pasti perché intendiamo essere un sindacato che tutela sì chi ha un lavoro, ma anche attenti ai disagi della società ed essere vicini alle fasce sociali più bisognose. l’azione sindacale acquista una valenza che va ben oltre la tutela dei diritti contrattuali.

Il sindacato diventa un osservatorio privilegiato delle vulnerabilità urbane e un attore di mediazione sociale, chiamato a promuovere forme di solidarietà concreta, interventi di welfare territoriale e percorsi di empowerment comunitario, con particolare attenzione agli ultimi, con l’obiettivo di non garantire soltanto lavoro o salario, ma ricostruire le connessioni spezzate tra individuo e collettività, tra periferia e centro, tra aspirazioni personali e opportunità concrete, attraverso strumenti di autonomia, rappresentanza e riconoscimento.

Perché le periferie di Napoli non sono solo spazi fisici ai margini del tessuto urbano, ma veri e propri crocevia di esperienze esistenziali che intrecciano fragilità, solitudine, marginalità e resilienza. Qui, gli ultimi della società – lavoratori precari, anziani soli, giovani disoccupati, persone con disabilità o migranti – convivono con condizioni strutturali che amplificano la loro vulnerabilità: isolamento sociale, indebolimento delle reti relazionali, emarginazione culturale e una progressiva perdita di senso di appartenenza collettiva, fino ad arrivare alla invisibilità.

È in questo scenario che l’impegno sindacale, fatto di promozione di iniziative di ascolto, di processi di inclusione e partecipazione, si configura come leva imprescindibile per trasformare le periferie in spazi vitali, capaci di generare coesione, cittadinanza attiva e sviluppo umano sostenibile, facendo in modo che la condizione gracile non sia più una condanna, ma un punto di partenza per politiche sociali concrete e lungimiranti.

Quali? La Cisl e la federazione dei pensionati di Napoli chiedono micro-comunità solidali: non solo cibo e assistenza sanitaria, ma socializzazione, con luoghi diffusi in città dove persone isolate possano ritrovare contatto umano, orientamento, dignità. Non parliamo di centri assistenziali tradizionali, ma di piccoli poli di inclusione, all’interno dei quali offrire aiuto alimentare e sanitario, ma anche partecipazione attiva, occasioni di lavoro di comunità, formazione, relazioni, opportunità di essere ascoltato e orientato, in modo umano e non burocratico.

Il nostro impegno nel sociale è da sempre nel dnadell'organizzazione e qui in città e nella vastissima area metropolitana assume dimensioni anche più rilevanti. Non basta da sola l'azione della Chiesa e delle organizzazioni di volontariato che si prodigano ogni giorno, serve un intervento deciso delle istituzioni, dal Governo nazionale a quelli locali. La Cisl è pronta a dare il proprio contributo ed auspica che ci sia un risveglio autentico da parte di tutti su questa priorità. Chiediamo che si apra un tavolo tra Regione, Comune, Città metropolitana, Ambiti Territoriali Sociali e Sindacati per trovare assieme le soluzioni utili a garantire una vita migliore ai nostri conterranei più deboli e in maggiori difficoltà.

*Segretaria generale Unione sindacale territoriale

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