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Faida di Pianura, nove condanne

Stangata ai clan rivali Esposito-Marsicano e Carillo-Perfetto: inflitto un secolo di carcere

Faida di Pianura, nove condanne

Nei riquadri gli imputati Emanuele Marsicano, Emanuele Bruno “Topolino, Beniamino Ambra e Vincenzo Cuciniello

NAPOLI. Nuova stangata per i babyras che hanno seminato droga e terrore tra le strade di Pianura. Ieri pomeriggio, al termine del rito abbreviato, il gip De Bellis ha inflitto nove condanne ad altrettanti presunti esponenti dei clan rivali Calone-Esposito-Marsicano e Carillo-Perfetto-Cuffaro.

Piuttosto pesante la mano del giudice, che inflitto complessivamente quasi un secolo di carcere. La pena più severa, quella rimediata da Antonio Campagna, 16 anni, seguito dal babyboss Emanuele Marsicano, che di anni ne ha incassati più di dodici.

Questo nel dettaglio il dispositivo di sentenza: Beniamino Ambra, difeso dall’avvocato Giuseppe Perfetto, 12 anni a fronte di una richiesta di 16 anni; Giuseppe Ambrosio, difeso dall’avvocato Marco Bernardo, 10 anni a fronte di una richiesta di 16 anni; Emanuele Bruno, 12 anni; Antonio Campagna, 16 anni; Vincenzo Cuciniello, 10 anni; Gennaro Gaetano, 5 anni; Luca Improta, 10 anni e 8 mesi; Emanuele Marotta, 10 anni e 8 mesi; Emanuele Marsicano, 12 anni e 4 mesi.

Il collegio difensivo era composto tra gli altri anche da Mauro Zollo, Michele Caiafa e Luca Gagliano. Le indagini che avevano portato agli arresti di aprile scorso sono state condotte dai poliziotti della sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile della questura, i quali hanno ricostruito oltre all’omicidio di “Biscotto”, per il quale è indagato in altro procedimento Emanuele Bruno, un fiorente traffico di stupefacenti e la disponibilità di armi.

Attività illecite su cui si consuma da tempo la guerra tra i Marsicano, al cui interno Antonio Gaetano (ucciso a Mergellina il 23 marzo 2023) era il reggente a soli 20 anni, e i Carillo-Perfetto-Cuffaro.

In manette o raggiunti in carcere da un nuovo provvedimento restrittivo, a seconda delle varie posizioni, erano finiti Emanuele Bruno “Recchiolone”; Emanuele Marsicano del clan dei “messicani”; Gennaro Gaetano; Luca Improta “’o nir”; Vincenzo Cuciniello “’o biondo”; Emanuele Marotta “Pippone”; Beniamino Ambra; Patrizio Cuffaro; Antonio Campagna “Sasà”; Roberto Allocca e Giuseppe Ambrosio “Bonolis”. Del gruppo CarilloPerfetto-Cuffaro fanno parte secondo l’accusa, Allocca, Ambra, Ambrosio, Bruno, Campagna, Giuseppe Ceci e Cuffaro, che devono rispondere di traffico di droga con l’aggravante mafiosa.

Nell’organigramma disegnato dagli inquirenti il capo era Patrizio Cuffaro e gli altri partecipi al gruppo con base per la vendita in via Evangelista Torricelli. Del clan Marsicano-Calone-Esposito sono finiti nel mirino degli investigatori il ras Emanuele e Gennaro Gaetano, accusati della detenzione di un fucile con numerose cartucce e di hashish.

I due dovevano rispondere, in concorso con Luca Improta e Vincenzo Cuciniello, anche del trasporto di una calibro 45, emerso nelle intercettazioni. Così come le indagini tecniche hanno permesso di contestare a Cuciniello, Improta, Marsicano e Salvatore Luongo la richiesta di “pizzo” al gestore di una piazza di spaccio e una stesa in via Padula.

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