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La faida
15 Dicembre 2025 - 08:40
Nei riquadri gli imputati Michele Minichini, Gabriella Onesto, Ciro Contini, Vincenza Maione, Giulio Ceglie e Mariarca Boccia
NAPOLI. Vendette trasversali e regolamenti di conti all’ombra della mala di Napoli Est, mandanti e killer del clan De Luca Bossa-Minichini di Ponticelli provano a evitare la stangata e, dopo la conclusione delle indagini preliminari, chiedono di essere processati con il rito abbreviato, puntando così a un sostanzioso sconto di pena in caso di condanna.
Davanti al gip del tribunale di Napoli sono così attesi per il prossimo 16 gennaio Michele Minichini, Giulio Ceglie, Vincenza Maione, Gabriella Onesto, Ciro Contini e Mariarca Boccia. L’udienza davanti al giudice Antonino Santoro servirà dunque a valutare ed eventualmente accogliere le richieste di rito avanzate dai sei imputati, difesi di fiducia dagli avvocati Dario Carmine Procentese, Salvatore Impradice, Antonella Regine, Giuseppe De Lucia, Gennaro Russolillo, Leonardo Lombardi e Antonio Pipino.
Per i sei imputati l’ennesima ordinanza di custodia cautelare era scattata a giugno scorso. Sono accusati, a seconda delle posizioni e ferma restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, di aver partecipato alle uccisioni di Mario Volpicelli, Giovanni Sarno e Salvatore D’Orsi.
Nell’inchiesta era indagata a piede libero anche la neo collaboratrice di giustizia Luisa De Stefano, alias la “pazzignana”, che aveva reso dichiarazioni autoaccusatorie. A condurre le indagini coordinate dalla Dda erano stati poliziotti della Squadra mobile della questura (dirigente Leuci, vice questore Sasso).
Il primo omicidio ricostruito è quello di Mario Volpicelli, il 30 gennaio 2016. Avrebbero partecipato Michele Manichini quale esecutore materiale, Giulio Ceglie e Vincenza Maione, in qualità di organizzatrice. L’uomo fu ucciso a colpi d’arma da fuoco mentre rincasava ed era l’obiettivo dai sicari perché zio di Gennaro Volpicelli, presunto autore dell’omicidio di Antonio Minichini, fratello di Michele.
Si sarebbe trattato dunque di una vittima innocente. Il secondo omicidio risolto è quello di Giovanni Sarno, il 7 marzo 2016. La vittima fu uccisa anche in quel caso per una vendetta trasversale all’interno della sua abitazione con due colpi d’arma da fuoco. Era il fratello incensurato dei ras della cosca da poco diventati collaboratori di giustizia, che avevano accusato di un omicidio Roberto Schisa.
Ciro Contini sarebbe stato l’esecutore materiale, Minichini, Maione e Onesto organizzatrici, Mariarca Boccia fece la “soffiata” al commando di killer: «Sarno è in casa e ha sempre la porta aperta», segnalò. Il terzo fatto di sangue chiarito dalle indagini riguardava Salvatore D’Orsi, ucciso il 12 marzo 2018 sempre a Ponticelli.
“Poppetta” era ritenuto uno spacciatore vicino al clan De Micco. Autori del delitto sarebbero stati in quel caso Michele Minichini e Giuseppe Prisco. Dopo gli arrestati scattati a giugno scorso, per i presunti responsabili di quella tremenda scia di sangue si avvicina adesso il momento del primo verdetto giudiziario. Tutti, provando a limitare i danni, hanno chiesto di essere processati in abbreviato.
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