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Il caso
15 Dicembre 2025 - 12:19
L’Ordine Regionale dei Chimici e dei Fisici della Campania ha inviato ad ARPAC e alla Regione Campania un atto stragiudiziale di invito e diffida chiedendo la rettifica, o se necessario la revoca, sia del concorso pubblico approvato con la Delibera n. 620 del 30 settembre 2025 per il reclutamento di sei dirigenti ambientali da destinare alle Aree Analitiche dei Dipartimenti provinciali sia del concorso pubblico approvato con la Delibera n. 617 del 29 settembre 2025 per il reclutamento di quattordici dirigenti ambientali da destinare alle Aree Analitiche dei Dipartimenti provinciali.
Secondo l’Ordine, presieduto da Rossella Fasulo e rappresentato legalmente dall’avvocato Aniello Mele, il bando presenta gravi criticità sui requisiti di ammissione, ammettendo lauree prive delle competenze tecnico-scientifiche necessarie per dirigere strutture che producono analisi ufficiali destinate a enti pubblici, autorità sanitarie e procure della Repubblica.
Il bando inserisce tra i titoli ammissibili diverse lauree magistrali che, come sottolineato nella diffida, non garantiscono l’abilitazione professionale né le competenze analitiche richieste dalla normativa per la direzione delle Aree analitiche. Parallelamente, risultano ingiustificatamente escluse lauree fondamentali, tra cui la LM-17 Fisica, essenziale per le attività di radioattività ambientale, e non viene pienamente valorizzato il ruolo dei professionisti iscritti agli Ordini sanitari, obbligatorio per la firma dei rapporti di prova e per la gestione tecnico-scientifica dei laboratori.
L’Ordine ribadisce che la direzione delle Aree Analitiche richiede figure che, ai sensi della normativa vigente e della giurisprudenza consolidata, devono essere professionisti sanitari abilitati, quali Chimici e Fisici, iscritti alla Sezione A dell’albo professionale, con competenze specifiche in analisi chimiche, metrologia, validazione di metodi e controllo qualità e radioattività.
Secondo l’Ordine, la combinazione di questi elementi rende il bando incoerente, non funzionale e in contrasto con le disposizioni sulla qualità delle analisi ambientali, compromettendo il ruolo dei laboratori pubblici nel garantire controlli scientificamente affidabili.
Nel documento, l’Ordine chiede formalmente ad ARPAC e Regione Campania di correggere la denominazione del profilo rendendolo coerente con la figura di Dirigente Chimico sanitario; limitare l’accesso ai soli titoli magistrali abilitanti compatibili con le attività analitiche; inserire la laurea in Fisica (LM-17) tra i titoli ammessi; escludere le lauree non pertinenti; rendere obbligatoria l’iscrizione alla Sezione A degli albi professionali; applicare integralmente l’art. 6-bis del D.L. 75/2023; richiedere specializzazione sanitaria o esperienza professionale equivalente.
La presidente Rossella Fasulo esprime l'auspicio che le richieste dell'Ordine vengano accolte da ARPAC per evitare che ci sia poi la necessità di agire per via legale: «La difesa della professione rientra tra le mansioni degli ordini professionali, responsabili della vigilanza sul rispetto delle norme professionali e sulla qualità delle prestazioni offerte ai cittadini, a tutela della salute dei cittadini. Le dirigenze nell’ambito della pubblica amministrazione sono da assegnare per competenza, quindi per titoli. E questo deve valere ancora maggiormente per le professioni e dirigenze sanitarie».
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