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Marevivo: anche i coralli del Mediterraneo rischiano estinzione

La scomparsa delle barriere coralline non è solo un dramma ecologico, ma il primo “punto di non ritorno' climatico a livello globale

Marevivo: anche i coralli del Mediterraneo rischiano estinzione

La scomparsa delle barriere coralline non è solo un dramma ecologico, ma il primo “punto di non ritorno' climatico a livello globale: coprono solo l'1% dei fondali ma più del 25% della vita marina dipende da questi preziosi organismi e la loro scomparsa sta mettendo in pericolo l'equilibrio dell'intero ecosistema marino.

Tra gli animali più antichi del Pianeta, i coralli hanno resistito a ben cinque estinzioni di massa, eppure, rischiano di non sopravvivere all'attuale crisi climatica. L'allarme arriva da Fondazione Marevivo che, per contrastare questa emergenza, ha lanciato “MedCoral Guardians", progetto di tutela dei coralli del Mediterraneo.

Obiettivo: promuovere più consapevolezza tra cittadini, studenti, turisti e subacquei mediante attività di sensibilizzazione, educazione ambientale e iniziative di ricerca scientifica. Nell'ambito del progetto, già realizzato nell'Amp di Ustica con il supporto di The Nando and Elsa Peretti Foundation, Marevivo, in collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell'Università di Napoli Federico II, ha avviato nell'Area Marina Protetta di Punta Campanella un'attività di monitoraggio e restauro della Cladocora caespitosa, una specie endemica del Mediterraneo nota come 'madrepora a cuscino', tra i principali organismi costruttori dell'ecosistema marino.

Stamani, presso il Centro Recupero Tartarughe e Biologia Marina dell'Amp, situato al porto Marina della Lobra a Massa Lubrense, è stato presentato il progetto e mostrato dal vivo il primo impianto, contenente 13 frammenti di Cladocora, che verrà posizionato oggi stesso in un sito idoneo già individuato. L'operazione prevede in tutto 12 impianti, per un totale di 156 frammenti di corallo che verranno ripristinati attraverso delicate operazioni di restauro. 

Tra i presenti, anche una scolaresca di Massa Lubrense in rappresentanza degli oltre 700 studenti delle scuole secondarie di primo grado del territorio che, durante l'anno scolastico, prenderanno parte ai laboratori didattici organizzati nell'ambito del progetto “MedCoral Guardians".

Guidati dagli operatori di educazione ambientale dell'Area Marina Protetta, alunni e alunne potranno approfondire la conoscenza dei coralli del Mediterraneo, le minacce che ne mettono a rischio la sopravvivenza e riflettere sui comportamenti virtuosi da adottare per preservare questi delicati organismi.

In particolare, l'iniziativa nell'Amp di Punta Campanella intende salvaguardare, oltre ai coralli, anche le foreste di Cystoseira, un'alga bruna molto importante dal punto di vista ecologico, in netta regressione in tutto il Mediterraneo a causa delle forti pressioni antropiche e di fattori come inquinamento, urbanizzazione, sviluppo costiero, eutrofizzazione, surriscaldamento globale e arrivo di specie invasive.

«Negli ultimi decenni circa la metà delle barriere coralline del pianeta è stata gravemente danneggiata e lo stesso fenomeno sta colpendo il Mediterraneo che ospita coralli preziosi ancora poco noti. Questa perdita continuerà ad aggravarsi se non verranno adottate misure urgenti per la loro tutela - spiega Raffaella Giugni, segretario generale Marevivo - I coralli svolgono un ruolo fondamentale per la salute degli ecosistemi marini: forniscono habitat e riparo a numerose specie, ospitano circa il 25% della fauna marina e attenuano la forza delle onde, contribuendo a limitare l'erosione costiera. Oggi, però, la loro sopravvivenza è messa a repentaglio, vittima dei cambiamenti climatici, delle ondate di calore, dell'acidificazione degli oceani, delle attività antropiche e dell'ancoraggio selvaggio delle imbarcazioni che può distruggere intere colonie». 

«Un progetto molto importante per la conservazione di una specie fondamentale per la biodiversità degli ecosistemi - sottolinea Carmela Guidone, direttrice Amp Punta Campanella - La sinergia con istituzioni e associazioni, come in questo caso Marevivo e l'Università Federico II, fa parte del nostro modo di agire e rappresenta lo strumento più efficace per ottenere i risultati migliori per la sostenibilità del mare. Anche diving e associazioni subacquee che operano nell'area protetta supporteranno l'iniziativa, attraverso visite guidate nei futuri siti di impianto per sensibilizzare tutti sull'importanza di tutelare questa specie così preziosa. Inoltre, due centri diving, “Capri e Amalfi Coast" e “Punta Campanella", hanno già inviato segnalazioni e foto di Cladocora caespitosa in alcune zone dei nostri fondali e saranno molto utili per individuare i siti nei quali è presente il corallo mediterraneo».

«MedCoral Guardians offre un'importante opportunità per mappare la distribuzione di Cladocora caespitosa nell'Area Marina Protetta di Punta Campanella, consentendo un monitoraggio a lungo termine del suo stato di conservazione, in presenza di pressioni locali e globali - dichiara Simona Fraschetti, professore ordinario di Ecologia presso l'Università Federico II di Napoli - L'Amp si configura come un vero e proprio laboratorio naturale che ci consentirà di implementare e perfezionare le conoscenze di base e protocolli di restauro già sviluppati per questa ed altre specie. Il protocollo prevede la raccolta di frammenti di Cladocora caespitosa già staccati dalla roccia, spesso a causa di impatti meccanici come gli ancoraggi. I frammenti verranno adesi a piccoli supporti che saranno posizionati nelle zone A, B e C dell'Area Marina Protetta in modo da valutare le possibili interazioni fra restauro attivo e conservazione. I supporti verranno posizionati dentro e fuori le foreste a Cystoseira, per testare i benefici di questa interazione, fornendo così nuove conoscenze fondamentali per la tutela e la valorizzazione di entrambe le specie».

L'attività è stata condotta seguendo le metodologie già adottate nell'ambito dello stesso progetto dall'Università Politecnica delle Marche - Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente (Disva). Nei prossimi anni l'obiettivo sarà quello di tutelare la Cladocora caespitosa anche in altre aree del Mediterraneo, sviluppando un modello replicabile per il monitoraggio e la sua conservazione.

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